Si ha diritto ai buoni pasto se si è dipendenti part time: come funziona la normativa
I buoni pasto sono il benefit aziendale più diffuso in Italia. Circa 2.6 milioni di lavoratori li utilizza. Il buono pasto è un ticket cumulabile (fino a 8 al giorno) e defiscalizzato che permette a chi lo riceve di acquistare generi alimentari e pasti pronti. Erogare questo benefit per le aziende significa aiutare concretamente i propri dipendenti a riequilibrare il loro work-life balance. Ma i buoni pasto spettano a tutti i dipendenti? In questo articolo esploreremo nel dettaglio la relazione buoni pasto part time: cioè se i buoni pasto possono essere corrisposti anche ai lavoratori con un orario part time.
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Buoni pasto come funzionano
Il ticket pasto rientra nella categoria dei benefit aziendali ed è, a pieno titolo, un’agevolazione di carattere assistenziale. Ciò perché aiuta il dipendente che lo riceve a conciliare la vita lavorativa con le esigenze quotidiane come l’alimentazione. I buoni pasto sono un ottimo benefit da erogare perché aiutano a garantire un buon livello di benessere psico-fisico del lavoratore. Dei lavoratori meno stressati avranno performace migliori e questo è solo uno dei motivi per cui ogni azienda dovrebbe corrispondere alla propria forza lavoro i ticket pasto. Clicca qui per saperne di più.
A chi spettano i buoni pasto
I buoni pasto spettano a tutti i lavoratori subordinati e ai lavoratori non subordinati come, ad esempio, i collaboratori esterni. I possessori di P.IVA possono acquistare i buoni pasto per la propria attività ma solo in caso siano a regime ordinario. Per tutta la normativa buoni pasto e P.IVA leggi qui.
Un’azienda per erogare ai propri dipendenti i buoni pasto elettronici, cartacei o digitali deve tenere a mente solo due vincoli:
- I lavoratori a cui si vogliono corrispondere i buoni pasti devono avere un contratto;
- I buoni pasti devono essere corrisposti a tutti i lavoratori o in alternativa a categorie omogenee.
Ciò ovviamente non significa che l’azienda sia obbligata ad erogarli. Ricordiamo che l’erogazione dei buoni pasto, a meno che non sia vincolata da un accordo individuale, sindacale o collettivo, è su base volontaria.
Buoni pasto part time: contratto part time e buoni pasto
Buoni pasto part time: non esiste nessuna limitazione per cui i buoni pasto non possano essere erogati anche ai dipendenti part time. Il diritto ai buoni pasto vincolato dalla presenza di un contratto e dalla sua erogazione a categorie omogenee. Nello specifico poi è vincolato alla pausa pranzo, cioè ad un intervallo non lavorato e tutti coloro assunto con contratto part time, essendo di minimo 6 ore giornaliere, ne ha diritto.
Dunque, tutti coloro assunti in part-time che hanno almeno una pausa compresa nel loro contratto o che non riescono a tornare alla propria abitazione per gli orari dei pasti principali hanno diritto ai buoni pasto.
Buoni pasto part time: part time 6 ore buoni pasto
Non sussiste nessuna incompatibilità tra buono pasto e part time. Anche chi lavora solo mezza giornata ha la possibilità di ricevere i buoni pasto e generalmente non esiste un orario minimo per avere diritto ai ticket restaurant. L’unica fonte da controllare è il CCNL di riferimento. In alcuni casi, infatti, i buoni pasto hanno un orario minimo che può variare dalle 8 alle 6 ore giornaliere.
Buono pasto: quando non spetta questo benefit
Non tutti però hanno diritto ai buoni pasto. Ecco a chi non spettano i buoni pasto:
- Lavoratori in cassa integrazione;
- Lavoratori in ferie o con permesso che dura tutta la giornata (che se si è in possesso della 104);
- Lavoratori in malattia;
- Lavoratori in sciopero;
- Lavoratori in aspettativa.
Nel momento in cui la persona non assolve la sua “giornata lavorativa” allora il benefit buono pasto perde la sua funzione assistenzialistica e dunque non può essere corrisposto. Se l’azienda decide comunque di erogarlo anche nei suddetti casi allora, il costo dei buoni pasto sostenuto dall’azienda concorrerà interamente alla formazione di reddito da lavoro dipendente.