Detrazioni Buoni Pasto: tutta la normativa

Zuppa e zucca. Pasto acquistato con i buoni pasto.

Scopri come funziona la deducibilità sui buoni pasto per aziende, ditte individuali e possessori di p.iva

Le detrazioni buoni pasto sono il principale vantaggio di questi voucher e in questo articolo esploreremo la normativa vigente. Specifichiamo che i buoni pasto sono dei voucher deducibili e con una tassazione agevolata. I ticket restaurant servono alle aziende, alle ditte individuali e ai possessori di p.iva per rimpiazzare il servizio di mensa o per comprare pasti pronti e generi alimentari detraendo le tasse.

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Normativa sulle detrazioni buoni pasto 2021

Per quanto riguarda la normativa vigente sulla deducibilità dei buoni pasto bisogna citare alcune fonti.

Il primo è l’Articolo 51 del T.U.I.R, cioè il Testo Unico delle Imposte sui Redditi; tale articolo regola il massimale di esenzione dei ticket restaurant.

Il secondo invece è il Decreto n. 122 del 7/06/17; tale decreto invece ha al suo interno:

  • le indicazioni sulla relazione tra chi eroga i buoni pasto e gli esercenti convenzionati che erogano il servizio sostitutivo di mensa;
  • le differenze in materia fiscale tra il buono pasto cartaceo e il buono pasto elettronico;
  • stabilisce le categorie di lavoratori che hanno il diritto a ricevere i ticket restaurant.

Infine da citare i CCNL, cioè i Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro che definiscono se i datori di lavoro sono obbligati o no ad erogare buoni pasto ai lavoratori con quel particolare CCNL.

Seguendo gli aggiornamenti fatti con la Manovra di Bilancio 2020 e ancora validi nel 2021 troviamo una variazione nelle soglie di deducibilità dei ticket:

  • I buoni pasto cartacei hanno subito una diminuzione della soglia: da 5,29€ a 4€.
  • I buoni pasto elettronici hanno subito un aumento della soglia: da 7€ a 8€.

Le suddette normative valgono per qualunque impresa, sia per le PMI che per le grandi multinazionali. Per quanto riguarda invece le imprese individuali e i liberi professionisti, ci sono dei cavilli da prendere in considerazione se si vuole davvero avere un’idea della deducibilità dei buoni pasto e se conviene comprarli.

Nei prossimi paragrafi andremo nel dettaglio dei vantaggi fiscali per ognuna delle categorie sopra menzionate.

Detrazione Buoni Pasto: IRES, IRAP e IRPEF

Con i buoni pasto si possono dedurre le spese ai fini delle imposte dirette: IRAP/IRES/IRPES. Tale deducibilità dipende dalla collocazione nel bilancio di tali spese: al fine della deducibilità i costi vanno inseriti nella voce B.7 “Costi per servizi”.

In ogni caso bisogna che i datori di lavoro/liberi professionisti/ditte individuali stiano attenti alla tipologia dei buoni pasto emessi ed erogati. Infatti a seconda della tipologia (cartacei/elettronici) ci sono diversi massimali di esenzione. Se si dovesse uscire da le cifre stabilite, l’eccedenza sarebbe tassabile secondo il regime fiscale ordinario perché concorrerebbe a formare reddito da lavoro dipendente.

Buoni pasto vantaggi fiscali per aziende

Per le aziende erogare buoni pasto ai dipendenti significa risparmio sui costi del personale. Anche per i dipendenti ci sono enormi vantaggi fiscali. Abbiamo già evidenziato la legge in materia. Riassumendo:

  • 100% di detraibilità sul costo dei buoni pasto.
  • IVA al 4%.
  • Esenzione da oneri previdenziali.

Per quanto riguarda a chi possono essere erogati i buoni pasto, troviamo che tutti i lavoratori (dipendenti full time, part-time, dirigenti, collaboratori) possono ricevere i ticket restaurant.

Alcune regole in più si applicano per i dipendenti part-time. Infatti per questa categoria la normativa prevede che si possano erogare buoni pasto solo se il loro orario di lavoro coincide con le pause fatte per i pasti principali.

Se vuoi ordinare i buoni pasto leggi “Come ordinare i buoni pasto per i tuoi collaboratori”.

Buoni pasto vantaggi fiscali per ditte individuali

Erogare buoni pasto non è conveniente solo per le aziende. Anche le ditte individuali infatti possono risparmiare molto prendendo i ticket restaurant per il loro business.

In questo caso però non sarà possibile usufruire dell’IVA al 4% ed anche le pratiche amministrative subiscono un cambiamento nella modalità di deduzione.

Per chi non ha dipendenti quindi la normativa segue i seguenti atti:

  • Legge 6 agosto 2008, n. 133
  • Circolare n 53/e del 5 settembre 2008
  • Circolare n° 6/e del 3 marzo 2009

In sostanza si prevede che si possa detrarre il 75% dei costi e totalmente IVA anche se al 10% come da d. l.  112/2008, art. 83, comma 28 bis (e non al 4% come avviene per le aziende) fino ad un massimo uguale al 2% del fatturato totale.

Buoni pasto vantaggi fiscali per possessori di p.iva

Per i possessori di p.iva la legislazione è più o meno uguale e segue gli stessi atti di cui sopra. Anche in questo caso infatti si prevede la detrazione dell’IVA (al 10% e non al 4%) e il 75% delle spese sul 2% del fatturato.

Differenziamo però in questo caso tra i due regimi (ordinario e forfettario) di p.iva.

Detrazioni Buoni Pasto per p.iva a regime forfettario

I possessori di p.iva a regime forfettario non possono scaricare le spese che sostengono per il loro business. Ciò comprende i buoni pasto, ma anche il costo del carburante. Le p.iva forfettarie per legge possono detrarre solo i contributi previdenziali.

Scegliere questo tipo di regime è sicuramente conveniente per tutta una serie di facilitazioni, ma per quanto riguarda i buoni pasto non è possibile detrarre il loro costo.

Detrazioni Buoni Pasto per p.iva a regime ordinario

In questo caso invece valgono tutte le norme di cui sopra e tutti i massimali di esenzione già elencati. Quindi per i possessori di una partita iva in regime ordinario prendere i buoni pasto è un’azione conveniente.

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