Normativa indennità sostitutiva di mensa e buoni pasto

Normativa indennità sostitutiva di mensa e buoni pasto

Mensa aziendale, indennità sostitutiva di mensa, mensa diffusa o buoni pasto: cosa conviene di più per dipendenti e aziende?

La pausa pranzo è fondamentale per il benessere e per la qualità delle performance dei dipendenti. Anche nel caso di smart working, il momento che i lavoratori dedicano al pasto va valorizzato da parte delle aziende. Dunque è necessario che gli addetti al personale si interroghino su come gestire la pausa pranzo, o cena in caso i propri lavoratori abbiano orari di lavoro divisi su turni. A seconda delle necessità l’azienda può dotarsi di una mensa aziendale o optare per diverse prestazioni sostitutive come l’indennità sostitutiva di mensa, i buoni basto o la mensa diffusa.

Ma quale opzione sostitutiva è la più conveniente per aziende e dipendenti?

In questo articolo capiremo la normativa mensa aziendale, a chi spetta un’indennità sostitutiva di mensa e la fiscalità dei buoni pasto.

Quando la mensa aziendale è obbligatoria?

La legge italiana prevede, per i dipendenti che hanno una giornata lavorativa di più di 6 ore, il diritto ad una pausa per la consumazione del pranzo (o della cena a seconda di come è organizzato l’orario di lavoro). Inoltre, per le aziende che hanno più di 30 dipendenti vige l’obbligo di dotare i propri uffici di almeno un ambiente a uso refettorio. Cioè degli spazi dedicati con tavoli, sedie, riscaldamento/raffreddamento dove i lavoratori possono consumare il proprio cibo.

Ma il diritto alla pausa pranzo o il diritto a dei locali a uso refettorio non comprendono anche il diritto alla mensa aziendale. Attualmente nel nostro paese infatti non è in essere nessun dovere per le aziende di erogare tale servizio di mensa o prestazioni sostitutive.

Decidere di aiutare i propri dipendenti e migliorare il loro work-life balance (per un approfondimento sul tema clicca qui) fornendo una mensa aziendale interna o dei servizi sostitutivi di mensa è quindi un atto volontario. Questo a meno che il CCNL, o Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro, di riferimento non ne specifichi l’obbligatorietà.

Cos’è una prestazione sostitutiva di mensa?

Quando la presenza di una mensa aziendale sia prevista nei CCNL, e quindi sia di fatto obbligatoria, o quando il datore di lavoro vuole mettere i propri dipendenti in condizione di fruire di un servizio per i pasti, che opzioni ha l’azienda?

Prima di tutto l’azienda può prevedere una mensa interna. Cioè un luogo appositamente dedicato alla distribuzione e alla consumazione dei pasti. La mansione può essere gestita dall’azienda stessa o può essere appaltata a società terze specializzate. In alternativa esistono delle soluzioni equiparate alla mensa che la normativa chiama prestazioni sostitutive di mensa. Tra queste troviamo l’indennità sostitutiva di mensa, i buoni pasto e la mensa diffusa.

Tra queste alternative esistono grandi differenze soprattutto dal punto di vista fiscale. Vediamole nel dettaglio per comprendere quale è la più conveniente per aziende e dipendenti.

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Comparazione delle prestazioni sostitutive tra buoni pasto e indennità sostitutiva di mensa

Mensa aziendale normativa

L’azienda che decide di erogare ai propri dipendenti il servizio di mensa aziendale può o provvedere ad organizzarla internamente o appaltarne la gestione a terzi. In ogni caso comunque la normativa mense aziendali prevede che i costi sostenuti non concorrono alla formazione da reddito dipendente.

Come funziona la mensa diffusa

La mensa diffusa è una prestazione sostitutiva di mensa, cioè rientra in quella categoria di servizi alternativi alla mensa aziendale ma che comunque forniscono ai dipendenti dei pasti durante l’orario lavorativo.

Nello specifico la mensa diffusa prevede l’acquisto e la distribuzione, da parte dell’azienda, di una carta elettronica che permette di consumare i pasti in alcuni esercenti convenzionati (di solito tutti nelle vicinanze del luogo di lavoro). La carta è utilizzabile solo durate alcuni orari e solo nei giorni effettivamente lavorati dal dipendente.

Questa prestazione è assimilata alla mensa più tradizionale anche per quanto riguarda la tassazione. I costi sostenuti dunque non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente.

Cos’è l’indennità sostitutiva di mensa

Anche l’indennità sostitutiva di mensa o solo indennità di mensa è una prestazione sostitutiva. Si tratta di emolumenti inseriti nella busta paga del lavoratore e possono essere corrisposti sia su base giornaliera che mensile. Spesso il datore di lavoro stabilisce un indennizzo su base giornaliera che va moltiplicato per tutti i giorni lavorati dal dipendente. In alternativa il datore può stabilire una somma oraria che andrà moltiplicata per le ore lavorate mensilmente.

Nella maggior parte dei casi questa indennità di mensa è a tutti gli effetti parte della retribuzione base del lavoratore e quindi concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente. Il bonus mensa è interamente soggetto a tassazione e contribuzione.

Diciamo nella maggior parte dei casi perché esistono delle esenzioni a questo tipo di tassazione indennità mensa. L’indennità sostitutiva di mensa non è soggetta a contribuzione e tassazione quando:

  • Viene erogata a lavoratori dei cantieri edili;
  • A luoghi di lavoro isolati e senza possibilità di raggiungere servizi di ristorazione;
  • I dipendenti lavorano in uffici e strutture temporanee.

In queste situazioni l’indennità sostitutiva di mensa è esente da tasse fino al tetto massimo di 5,29€ al giorno per dipendente.

Come usare i buoni pasto

I buoni pasto o buoni mensa sono un’altra opzione che si presenta alle aziende per quanto riguarda le prestazioni sostitutive di mensa. Sono dei ticket cartacei, elettronici o digitali che i dipendenti possono utilizzare per acquistare pasti pronti o generi alimentari in tutti i negozi convenzionati distribuiti in tutta Italia compresi supermercati, tavole calde, bar e molto altro.

La normativa buoni pasto prevede che siano esenti da tasse entro 4€ per i ticket restaurant cartacei e entro 8€ per i ticket mensa elettronici e digitale. Possono inoltre essere accumulati fino ad un massimo di 8 e usati presso gli esercizi commerciali convenzionati.

Cosa conviene di più: servizio mensa aziendale, buoni pasto mensa, mensa diffusa, indennità sostitutiva mensa o buoni pasto?

Nonostante l’indennità sostitutiva di mensa sia tra le prestazioni più scelte dalle aziende non è la più convenienti perché non è esente da tasse e concorre al reddito dei dipendenti. Altre soluzioni, come i buoni pasto o la mensa diffusa sono ottime per ridurre i costi sul personale ma allo stesso tempo fornire un benefit apprezzato.

Ticket Restaurant Elettronici: i buoni pasto migliori

Ticket Restaurant Elettronici: i buoni pasto migliori

I Ticket Restaurant Elettronici sono i buoni pasto del fornitore Edenred, leader nel settore dei servizi per imprese, liberi professionisti e ditte individuali. Attraverso l’erogazione di servizi sostitutivi di mensa di qualità e molto altro Edenred si è stabilita tra le top aziende in questo mercato.

In questo articolo parleremo dei Ticket Restaurant, della normativa che regola i buoni pasto e dei vantaggi per lavoratori, aziende e possessori di partita iva.

 

Per richiedere un preventivo gratuito sui ticket edenred elettronici clicca qui.

Cosa sono i Ticket Restaurant

I Ticket Restaurant sono dei voucher che fungono da servizio sostitutivo di mensa. Quando le aziende non hanno la possibilità di avere un servizio di mensa interno, possono decidere di erogare un’indennità in busta paga ma ciò ha dei costi molto alti.

Come alternativa esistono i buoni pasto. Questi voucher edenred restaurant infatti hanno una normativa fiscale che li rende nettamente più convenienti di un aumento in busta paga.

Anche per le ditte individuali e per i liberi professionisti i buoni pasto hanno enormi vantaggi. In primo luogo il risparmio notevole e poi la gestione più semplice delle spese relative all’acquisto di alimenti.

I buoni pasto possono essere erogati o comprati in due versioni: quella cartacea e quella elettronica. Vediamo nel dettaglio le caratteristiche di ognuno.

1) Buoni Pasto Elettronici

I Ticket Restaurant Elettronici vengono distribuiti come una tessera con microchip simile ad una carta di credito. In alternativa esistono anche quelli fully digital che vengono caricati direttamente sul cellulare.

Molti optano per questa opzione perché il tetto massimo di esenzione per ticket è di 8 euro al giorno per lavoratore.

Per richiederli clicca qui.

2) Buoni Pasto Cartacei

I Ticket Restaurant Cartacei sono distribuiti come un carnet di biglietti in carta che vanno strappati e usati all’occorrenza.

Al giorno d’oggi la richiesta per i ticket cartacei è diminuita perché è diminuita anche la soglia di esenzione (4 euro al giorno per lavoratore).

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Ticket Restaurant Elettronici per le aziende

Per le aziende i vantaggi sono innumerevoli. A partire dal fatto che i buoni pasto possono essere inseriti come benefit in politiche di fidelizzazione, di employer branding e di marketing. I buoni pasto sono infatti tra i benefit più richiesti dai lavoratori e tra i più apprezzati. Ricordiamo che i buoni pasto possono essere erogati ai lavoratori in smart working ma non ai lavoratori in ferie o in malattia.

Per maggiori informazioni su a chi spettano i buoni pasto leggi qui.

Inoltre l’acquisto di tali buoni per le aziende è agevolato a livello fiscale. L’IVA sui buoni pasto è infatti 100% detraibile e agevolata al 4%.

Ticket Restaurant Liberi Professionisti e Ditte individuali

Per quanto riguarda Ditte Individuali e Liberi professionisti la normativa sulla detrazione fiscale varia da quella per le aziende. In queste situazioni infatti l’IVA resta al 10% ma si potranno dedurre tutte le spese effettuate per i buoni pasto al 75%. Questo però fino ad un massimo del 2% del fatturato annuale.

Da menzionare anche la semplificazione delle pratiche amministrative e della riduzione del carico di lavoro di gestione delle fatture e degli scontrini emessi per la pausa pranzo o per altri pasti principali.

Ticket Edenred Restaurant per i dipendenti

I dipendenti che ricevono i ticket edenred restaurant sono più motivati e più produttivi. Anche le performance saranno migliori. Da considerare poi il risparmio di tempo: i lavoratori con i buoni pasto hanno un work-life balance più positivo e in generale sono più felici. Durante la pausa pranzo sarà possibile rilassarsi e godersi del momento di pausa con i colleghi mangiano dei pasti salutari e nutrienti.

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Tutti i vantaggi dei Ticket Restaurant Elettronici

I principali vantaggi:

  • Deducibili al 100% per aziende con IVA al 4%;
  • Deducibili al 75% per p.iva a regime ordinario;
  • Ottimo per politiche di miglioramento dell’immagine aziendale;
  • Non c’è un quantitativo fisso per l’ordine;
  • Non c’è vincolo di riacquisto;
  • Disponibile in versione cartacea ed elettronica;
  • 000 locali convenzionati;
  • Unica fattura per le spese;

Ticket restaurant dove spenderli

Nello specifico poi i Ticket di Edenred sono tra i più accettati in Italia. Possono essere usati in oltre 150.000 esercenti convenzionati tra tavole calde, bar, agriturismi, supermercati, mercati e molto altro.

Tra i supermercati convenzionati con Edenred più famosi sono: Coop, Esselunga, Roadhouse, Il gigante, Carrefour, Burger King, Autogrill ecc.

Come ordinare ticket edenred

I Ticket Restaurant Edenred sono facilissimi da ordinare. Basterà cliccare qui, compilare il form e attendere. In poco tempo tu o i tuoi dipendenti potrete godere di tutti i vantaggi dei buoni pasto.

I buoni pasto convengono? La parola al commercialista

I buoni pasto convengono? La parola al commercialista

I buoni pasto sono davvero la soluzione perfetta per le aziende che vogliono risparmiare sulla pausa pranzo e allo stesso tempo fidelizzare i propri dipendenti? Valgono anche per i dipendenti in smartworking?

Abbiamo chiesto di rispondere alle principali domande sui ticket restaurant per la pausa pranzo allo studio di commercialisti SBC, leader nella consulenza personalizzata per imprenditori.

Continua a leggere per scoprire tutta la normativa sui buoni pasto, perché sono veramente convenienti.

Cosa sono i ticket pasto?

I buoni ticket per la pausa pranzo sostituiscono l’indennità di mensa dei dipendenti. Sono quindi dei voucher defiscalizzati che le imprese e i liberi professionisti possono acquistare per se stessi, per i propri collaboratori o in caso dipendenti.

Tali ticket restaurant non hanno solo vantaggi fiscali, che esploreremo nel dettaglio nei prossimi paragrafi grazie all’aiuto dello studio commercialista SBC. Ma hanno anche vantaggi in materia di employer branding, immagine aziendale, fidelizzazione dei dipendenti e molto altro.

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La convenienza dei buoni pasto: la parola al commercialista

Per capire se i buoni pasto convengono davvero per aziende e possessori di partita iva abbiamo chiesto allo studio commercialista SBC di riassumere i benefici del buono pasto elettronico e cartaceo.

Lo studio SBC è uno studio di commercialisti altamente competenti che non si limita a fornire servizi personalizzati. Questo studio ascolta attivamente le esigenze degli imprenditori e li supporta nel percorso di crescita della propria attività. Per richiedere una consulenza amministrativa e gestionale clicca qui.

Normativa: i vantaggi fiscali dei ticket restaurant

La norma di riferimento è la numero 51 del TUIR, nella quale viene specificato che tutto ciò che è una retribuzione, anche diversa da quella in denaro, deve essere tassata in busta paga se il datore di lavoro la elargisce al dipendente. Esistono, però, alcune deroghe, tra cui la disciplina dei buoni pasto che, per essere deducibili, devono avere determinate caratteristiche.

Il buono pasto, infatti, è deducibile fino al limite di 4 Euro se cartaceo e di 8 Euro se elettronico (il più utilizzato). È invece deducibile di 5,29 Euro nel caso in cui l’azienda è posizionata in un circondario senza la possibilità di avere una mensa diretta.

Il vantaggio dell’azienda con questo strumento non sta solo nel fatto che non viene tassato al dipendente (e quindi ha un costo intrinseco minore per l’azienda e per il dipendente), ma anche l’iva per il buono pasto è del 4%, contro il 10% che si paga sulla somministrazione diretta al bar o ristorante.

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A chi spettano i buoni pasto: normativa per lo smartworking

Quali sono le particolarità dei buoni pasti rispetto all’epidemiologia Covid? Con l’emergenza sanitaria molti dipendenti di aziende lavorano da casa e la normativa, con una circolare, ha confermato che il buono pasto può essere continuamente corrisposto al dipendente in smart working.

A chi spettano i buoni per la pausa pranzo: normativa per i liberi professionisti e ditte individuali

Anche in caso di un’azienda senza dipendenti o di un professionista è possibile acquistare i buoni pasto. Anche questo strumento, infatti, è considerato come forma di pagamento in natura, diverso a quello usuale, ma comunque lecito e deducibile da parte dell’imprenditore individuale e anche per il professionista.

Se un professionista compra dei buoni pasto e li usa nel tempo vale il criterio di cassa, ovvero dal momento in cui viene acquistato e pagato un buono pasto, questo diventa deducibile.

Se invece è un’azienda che compra un buono è necessario fare un conteggio di quelli che sono i buoni residui alla fine dell’esercizio (operazione molto semplice con il formato elettronico in quanto in tempo reale l’azienda è a conoscenza di tale dato).

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Se non sei sicuro che i buoni pasto siano la soluzione giusta per te e vorresti maggiori informazioni prenota la consulenza con l’esperto di SBC. Per saperne di più clicca qui.

I vantaggi dei buoni pasto elettronici per aziende e p.iva

I vantaggi dei buoni pasto elettronici per aziende e p.iva

Tutta la normativa sui buoni pasto elettronici: detrazioni fiscali, a chi spettano e i migliori fornitori

Quando la mensa interna all’azienda non è un’opzione o quando si è un possessore di una partiva iva la soluzione per risparmiare sulla pausa pranzo sono i buoni pasto elettronici. Questi ticket infatti sono pensati appositamente per l’acquisto di generi alimentari o pasti pronti in tavole calde, ristoranti e molto altro.

La peculiarità di questi ticket è la loro normativa fiscale vantaggiosa. Per incentivare una corretta alimentazione e migliorare il work-life balance dei lavoratori è stata predisposta questa soluzione defiscalizzata che ha benefici non solo per i dipendenti ma anche le imprese.

In questo articolo esploreremo tutta la normativa fiscale e tutti i vantaggi per dipendenti, imprese e p.iva.

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Cosa sono e come funzionano i buoni pasto elettronici

I ticket per la pausa pranzo elettronici sono dei titoli di pagamento emessi dai fornitori di buoni pasto ed erogati dalle aziende hai propri dipendenti, ai propri soci e collaboratori (anche i possessori di p.iva e i titolari di ditte individuali possono usufruire di questi buoni ma con degli sgravi fiscali diversi che vedremo successivamente).

I buoni pasto elettronici vengono erogati tramite una tessera con microchip che funziona esattamente come un bancomat. Il valore che l’azienda totale che l’azienda ha deciso di erogare verrà caricato sulla tessera che poi potrà essere usata per comprare beni alimentari sia in supermercati che in ristoranti o bar.

Ovviamente con i buoni pasto non possono essere acquistati generi diversi da quelli alimentari. Per esempio non si potranno acquistare prodotti per la casa o per la cura della persona con questi buoni. Per questa tipologia di prodotti servono altri ticket come ad esempio i buoni acquisto (se sei interessato a questa tipologia di ticket clicca qui).
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A chi spettano i ticket per la pausa pranzo?

I buoni pasto elettronici possono essere erogati dalle aziende praticamente a tutti i dipendenti. A prescindere dal tipo di contratto (determinato, indeterminato, apprendistato ecc) e dal cumulo di ore settimanali (full-time o part-time). Quando la loro distribuzione non è obbligata dai CCNL allora è a discrezione del titolare.

Una norma da tenere a mente però è che se i lavoratori sono part-time, i buoni pasto possono essere erogati solo e soltanto se il loro orario di lavoro comprende almeno una delle pause per i pasti più importanti (pranzo e cena) o se la distanza dalla residenza non permette al lavoratore di rientrare in tempo per consumare un pasto ad un orario accettabile.

Infine, i buoni pasto elettronici possono essere corrisposti solo per ogni giorno lavorato. In caso il dipendente sia in ferie, in maternità, in cassa integrazione o abbia preso un permesso allora il buono pasto non può essere corrisposto. Questo perché il ticket per la pausa pranzo è un sistema a sostegno del lavoratore e regola quindi l’acquisto di generi alimentati solo per il lavoratore quando è in servizio.

I benefici dei buoni pasto elettronici per le imprese e per le p.iva

Dato che la maggior parte delle aziende, soprattutto le PMI, non hanno una mensa, per risparmiare sulla pausa pranzo dei dipendenti possono erogare i buoni pasto. Al contrario di un’indennità sostitutiva questi ticket godono di vantaggi fiscali che faranno risparmiare non solo il dipendente ma anche l’azienda.

Ma i buoni pasto elettronici hanno anche altri vantaggi non fiscali per le imprese:

  1. Performance migliori dei dipendenti;
  2. Maggiore flessibilità oraria;
  3. Più soddisfazione da parte dei dipendenti;
  4. Fidelizzazione del personale;
  5. Migliora i rapporti tra i colleghi;
  6. Ottimi per politiche di employer branding.
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Buoni pasto normativa IVA, esenzione fiscale e previdenziale

Per quanto riguarda la normativa fiscale dei buoni pasto elettronici dobbiamo innanzitutto parlare del tetto massimo di esenzione dei ticket. Per i ticket elettronici la soglia è stata stabilità a 8€ mentre per i cartacei a 4€ al giorno per dipendente. Stando entro questa soglia è prevista l’esenzione da oneri previdenziali e fiscali. Se il datore di lavoro eroga un contributo maggiore di queste soglie esso sarà tassato come da normativa vigente.

Il motivo per cui i ticket elettronici hanno un tetto più alto deriva dalla scelta di voler incentivare le transazioni elettroniche che sono più trasparenti e sicure. Tale scelta inoltre si inserisce nella spinta alla digitalizzazione che da anni sta trainando l’economia mondiale.

Vediamo adesso la normativa nel dettaglio per aziende e p.iva:

 

  • Normativa ticket restaurant per le aziende: per le aziende e le imprese a prescindere dalla loro dimensione e dal numero di dipendenti troviamo che i buoni pasto elettronici hanno l’IVA al 4% completamente detraibile;
  • Normativa ticket restaurant per liberi professionisti con p.iva, soci, ditte individuali e titolali: per tutte le categorie menzionate, l’IVA è al 10%. Sarà possibile inoltre detrarre il 75% delle spese e l’IVA fino ad un massimo del 2% del fatturato annuale.
  • Normativa ticket restaurant per Persone giuridiche IRES: in questo caso, per le persone giuridiche IRES i buoni pasto sono deducibili al 100%.
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Promuovere la sostenibilità aziendale con i buoni pasto

Promuovere la sostenibilità aziendale con i buoni pasto

Come migliorare l’immagine aziendale e promuovere la sostenibilità aziendale erogando i buoni pasto ai dipendenti per la pausa pranzo

Il pranzo per molti lavoratori coincide con la pausa più lunga della giornata lavorativa. Un momento quindi fondamentale per riposare e recuperare al meglio le forze e le capacità cognitive. Le aziende quindi devono prestare attenzione a rendere la pausa pranzo dei propri dipendenti rilassante e motivante. Ma le imprese possono anche trarre un altro vantaggio dalla gestione della pausa pranzo dei propri dipendenti. Infatti se vengono ideate delle iniziative per la promozione di best practices riguardanti il cibo, la salute e l’alimentazione si faciliterà la sostenibilità aziendale. Tali azioni si collocano in un’importantissima logica di employee retention e branding.

In questo articolo tratteremo il ruolo delle imprese nella promozione di uno stile di vita sano e sostenibile per i dipendenti, i vantaggi che le aziende ne possono trarre e di come l’Agenda 2030 può delineare e guidare il cambiamento.

Agenda 2030: le linee guida per un’alimentazione sostenibile

Per lottare contro la crisi ambientale e migliorare il benessere medio di tutti i cittadini del mondo, l’ONU ha delineato un documento che contiene 17 obiettivi del cambiamento. Tra questi, che spaziano dall’uso di energia sostenibile alla riduzione di Co2, troviamo il secondo SDG (Sustainable Developement Goal) che riguarda l’alimentazione.

L’interesse dell’ONU per il cibo, per l’accesso ad una alimentazione corretta e per una agricoltura sostenibile denota un problema nel nostro attuale sistema di gestione delle risorse alimentari. Infatti solo il settore zootecnico emette più Co2 di tutto il settore dei trasporti. Con il 15% delle emissioni la produzione di prodotti di origine animale quindi è uno dei maggiori responsabili dell’inquinamento del mondo globalizzato.

Ma questo non è l’unico problema con il processo di produzione e distribuzione delle risorse alimentari. Soprattutto nel nostro paese oggi vediamo alcuni segnali che destano preoccupazione: con la pandemia l’accesso a cibo salutare è diminuito, il tasso di persone obese è aumentato e gli investimenti per un’agricoltura eco-friendly sono calati.

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Perché le imprese hanno un ruolo di rilievo nel processo di sostenibilità?

Cosa possono fare le aziende per migliorare la situazione dal punto di vista dell’ambiente e dell’accesso ad un cibo di più alta qualità?

Semplice, possono implementare nei loro processi un programma di sostenibilità aziendale che verta anche sull’insegnamento di pratiche sostenibili riguardanti il cibo ai propri dipendenti. Infatti le aziende, oltre a cambiare il loro approccio alla produzione, dovrebbero instillare nelle routine dei propri dipendenti azioni sostenibili. Questo processo passa anche dall’insegnamento e dallo spingere le persone ad inserire le cosiddette best practices salutari nella loro vita.

I buoni pasto come soluzione di sostenibilità aziendale

Non tutte le aziende hanno la capacità di implementare grandi strategie per la sostenibilità aziendale e apportare grandi cambiamenti alle loro politiche e ai loro processi. Cosa possono fare le PMI in questi casi?

Approcciandosi al mondo della sostenibilità alimentare in azienda, vediamo come uno dei principali motivi per cui i lavoratori scelgono piatti non sani e decisamente non eco-friendly è la mancanza di tempo. Tempo per cucinare e tempo per godere a pieno del pasto che hanno preparato. Spesso infatti le incombenze della vita privata non permettono alle persone di mantenere uno stile di vita sano.

Questo problema è facilmente risolvibile anche dalle PMI erogando i buoni pasto. I buoni pasto sono dei voucher che permettono a chi li riceve di fare la spesa o acquistare pasti pronti da ristoranti, bar, tavole calde ecc. Eliminando la questione della mancanza di tempo, possiamo contare che i dipendenti saranno sulla buona strada per fare scelte più sane.

Questo però non è abbastanza. Infatti nonostante le aziende possano aver risolto un problema, si devono scontrare con la mancanza di informazioni e di conoscenze riguardanti il cibo. La maggior parte delle persone non è a conoscenza delle principali informazioni sull’alimentazione. Come ad esempio quali sono i macronutrienti, dove si possono trovare negli alimenti che di solito vengono consumati, l’apporto di calorie giornaliero consigliato e altro come la prevenzione di disturbi alimentari.

Le aziende quindi possono non solo lavorare sull’erogazione dei buoni pasto ma anche sull’erogazione di workshop, webinar e seminari informativi che istruiscano le persone e che le portino ad avere una coscienza alimentare sana e sostenibile.

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Perché le imprese dovrebbero prestare attenzione alla sostenibilità aziendale e al benessere dei dipendenti?

La forza lavoro di un’azienda è la sua risorsa più importante. Aumentare il benessere e lo stato di salute dei propri dipendenti ha un ritorno positivo anche per l’azienda stessa. Prima di tutto perché dei dipendenti più felici sono anche dei dipendenti più produttivi, più inclini al compromesso e più fedeli all’azienda. Molti studi confermano che un lavoratore sano avrà delle performance più alte.

Inoltre, prestare attenzione alla sostenibilità aziendale significa migliorare la propria immagine aziendale. Alcuni dei benefici che scaturiscono da queste politiche sono: employee rentention, aumento dell’attrattività dell’azienda per giovani talenti, aumento di clienti e profitto, maggiore rispettabilità e reputazione.

Per saperne di più sull’importanza di fidelizzare i propri dipendenti leggi qui.

Come ben capiamo l’alimentazione e il modo in cui le aziende gestiscono la pausa pranzo sono cruciali in questo processo di sostenibilità aziendale. In questo contesto bisognerebbe attivare le politiche, di sostenibilità di cui abbiamo parlato prima, volte ad indirizzare i lavoratori verso una corretta gestione dell’alimentazione e del cibo per incrementare il loro benessere e quindi il profitto aziendale.