Promuovere la sostenibilità aziendale con i buoni pasto

Promuovere la sostenibilità aziendale con i buoni pasto

Come migliorare l’immagine aziendale e promuovere la sostenibilità aziendale erogando i buoni pasto ai dipendenti per la pausa pranzo

Il pranzo per molti lavoratori coincide con la pausa più lunga della giornata lavorativa. Un momento quindi fondamentale per riposare e recuperare al meglio le forze e le capacità cognitive. Le aziende quindi devono prestare attenzione a rendere la pausa pranzo dei propri dipendenti rilassante e motivante. Ma le imprese possono anche trarre un altro vantaggio dalla gestione della pausa pranzo dei propri dipendenti. Infatti se vengono ideate delle iniziative per la promozione di best practices riguardanti il cibo, la salute e l’alimentazione si faciliterà la sostenibilità aziendale. Tali azioni si collocano in un’importantissima logica di employee retention e branding.

In questo articolo tratteremo il ruolo delle imprese nella promozione di uno stile di vita sano e sostenibile per i dipendenti, i vantaggi che le aziende ne possono trarre e di come l’Agenda 2030 può delineare e guidare il cambiamento.

Agenda 2030: le linee guida per un’alimentazione sostenibile

Per lottare contro la crisi ambientale e migliorare il benessere medio di tutti i cittadini del mondo, l’ONU ha delineato un documento che contiene 17 obiettivi del cambiamento. Tra questi, che spaziano dall’uso di energia sostenibile alla riduzione di Co2, troviamo il secondo SDG (Sustainable Developement Goal) che riguarda l’alimentazione.

L’interesse dell’ONU per il cibo, per l’accesso ad una alimentazione corretta e per una agricoltura sostenibile denota un problema nel nostro attuale sistema di gestione delle risorse alimentari. Infatti solo il settore zootecnico emette più Co2 di tutto il settore dei trasporti. Con il 15% delle emissioni la produzione di prodotti di origine animale quindi è uno dei maggiori responsabili dell’inquinamento del mondo globalizzato.

Ma questo non è l’unico problema con il processo di produzione e distribuzione delle risorse alimentari. Soprattutto nel nostro paese oggi vediamo alcuni segnali che destano preoccupazione: con la pandemia l’accesso a cibo salutare è diminuito, il tasso di persone obese è aumentato e gli investimenti per un’agricoltura eco-friendly sono calati.

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Perché le imprese hanno un ruolo di rilievo nel processo di sostenibilità?

Cosa possono fare le aziende per migliorare la situazione dal punto di vista dell’ambiente e dell’accesso ad un cibo di più alta qualità?

Semplice, possono implementare nei loro processi un programma di sostenibilità aziendale che verta anche sull’insegnamento di pratiche sostenibili riguardanti il cibo ai propri dipendenti. Infatti le aziende, oltre a cambiare il loro approccio alla produzione, dovrebbero instillare nelle routine dei propri dipendenti azioni sostenibili. Questo processo passa anche dall’insegnamento e dallo spingere le persone ad inserire le cosiddette best practices salutari nella loro vita.

I buoni pasto come soluzione di sostenibilità aziendale

Non tutte le aziende hanno la capacità di implementare grandi strategie per la sostenibilità aziendale e apportare grandi cambiamenti alle loro politiche e ai loro processi. Cosa possono fare le PMI in questi casi?

Approcciandosi al mondo della sostenibilità alimentare in azienda, vediamo come uno dei principali motivi per cui i lavoratori scelgono piatti non sani e decisamente non eco-friendly è la mancanza di tempo. Tempo per cucinare e tempo per godere a pieno del pasto che hanno preparato. Spesso infatti le incombenze della vita privata non permettono alle persone di mantenere uno stile di vita sano.

Questo problema è facilmente risolvibile anche dalle PMI erogando i buoni pasto. I buoni pasto sono dei voucher che permettono a chi li riceve di fare la spesa o acquistare pasti pronti da ristoranti, bar, tavole calde ecc. Eliminando la questione della mancanza di tempo, possiamo contare che i dipendenti saranno sulla buona strada per fare scelte più sane.

Questo però non è abbastanza. Infatti nonostante le aziende possano aver risolto un problema, si devono scontrare con la mancanza di informazioni e di conoscenze riguardanti il cibo. La maggior parte delle persone non è a conoscenza delle principali informazioni sull’alimentazione. Come ad esempio quali sono i macronutrienti, dove si possono trovare negli alimenti che di solito vengono consumati, l’apporto di calorie giornaliero consigliato e altro come la prevenzione di disturbi alimentari.

Le aziende quindi possono non solo lavorare sull’erogazione dei buoni pasto ma anche sull’erogazione di workshop, webinar e seminari informativi che istruiscano le persone e che le portino ad avere una coscienza alimentare sana e sostenibile.

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Perché le imprese dovrebbero prestare attenzione alla sostenibilità aziendale e al benessere dei dipendenti?

La forza lavoro di un’azienda è la sua risorsa più importante. Aumentare il benessere e lo stato di salute dei propri dipendenti ha un ritorno positivo anche per l’azienda stessa. Prima di tutto perché dei dipendenti più felici sono anche dei dipendenti più produttivi, più inclini al compromesso e più fedeli all’azienda. Molti studi confermano che un lavoratore sano avrà delle performance più alte.

Inoltre, prestare attenzione alla sostenibilità aziendale significa migliorare la propria immagine aziendale. Alcuni dei benefici che scaturiscono da queste politiche sono: employee rentention, aumento dell’attrattività dell’azienda per giovani talenti, aumento di clienti e profitto, maggiore rispettabilità e reputazione.

Per saperne di più sull’importanza di fidelizzare i propri dipendenti leggi qui.

Come ben capiamo l’alimentazione e il modo in cui le aziende gestiscono la pausa pranzo sono cruciali in questo processo di sostenibilità aziendale. In questo contesto bisognerebbe attivare le politiche, di sostenibilità di cui abbiamo parlato prima, volte ad indirizzare i lavoratori verso una corretta gestione dell’alimentazione e del cibo per incrementare il loro benessere e quindi il profitto aziendale.

Buoni pasto elettronici per dipendenti in ferie

Buoni pasto elettronici per dipendenti in ferie

Si possono erogare i buoni pasto elettronici ai lavoratori in ferie? Tutta la normativa

I buoni pasto elettronici sono considerabili a pieno titolo un servizio sostitutivo di mensa. Quando l’azienda non ha disposizione un luogo adeguato per la pausa pranzo dei dipendenti e dei responsabili (ma anche dei dirigenti) e non riesce a fornire una mensa aziendale o un servizio di vitto, può ricorrere all’erogazione buoni pasto.

Questi ticket, lo scopriamo subito, possono essere forniti solo e soltanto per le giornate lavorate e quindi non a dipendenti/responsabili in ferie o in malattia o con i permessi. Inoltre il dipendente deve, per poter ricevere i buoni pasto (e l’azienda risparmiare attraverso gli sgravi fiscali) essere assunto regolarmente. Inoltre il suo orario di lavoro deve comprendere necessariamente almeno una delle pause concomitanti ai pasti principali. Ci sono altri cavilli all’interno della normativa che regola chi può ricevere i buoni pasto. Per un approfondimento leggere: “Buoni Pasto: a chi spettano”.

Inizia subito a risparmiare sulla pausa pranzo dei tuoi dipendenti e trova i migliori fornitori di buoni pasto elettronici.

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Perché erogare i buoni pasto elettronici ai dipendenti

I buoni pasto per le aziende sono un’ottima soluzione per adempiere al servizio di sostituzione di mensa perché sono più convenienti per le aziende di un’indennità in busta paga. Sono ulteriormente utili per erogare un bonus ai dipendenti e fornire un sostegno concreto. Tali benefit sono disponibili con la tassazione di favore anche per i possessori di partita iva (basta che abbiamo il regime ordinario e non quello forfettario).

Il buono pasto serve inoltre per fidelizzare i dipendenti e portare avanti tutte quelle strategie di employee branding ed employee retention. Si potrebbe pensare anche ad una strategia che preveda i buoni pasto come premio di risultato o come incentivo per le promozioni.

Attraverso dei gesti come l’erogazione dei ticket per la pausa pranzo le aziende si dimostrano interessate al well being dei dipendenti che renderanno di più e saranno più produttivi perché avranno un life-work balance positivo. Il fatto di non dover pensare tutti i giorni al pranzo (con i buoni pasto infatti si può sia fare la spesa che acquistare pasti pronti in ristoranti, tavole calde ecc) migliorerà la vita dei lavoratori che avranno più tempo da dedicare a loro stessi, alla loro famiglia e quindi anche al lavoro. Per approfondire il tema leggi “Life work balance: come raggiungerlo”.

Buoni Pasto erogabili ai dipendenti in ferie?

La funzione dei buoni pasto è quella di dare la possibilità ai dipendenti di sostenere un’alimentazione sana durante l’orario di lavoro. Per tale motivo i lavoratori non ne hanno diritto se non sono in servizio. Tutte le persone assenti (sia che siano in ferie o che abbiano preso un permesso) non possono ricevere i voucher per la pausa pranzo. Questo significa però che i lavoratori in smart working hanno diritto ai buoni. Infatti il punto focale non è il luogo dove si presta servizio ma il fatto stesso che il dipendente sta lavorando.

I dipendenti in ferie o comunque assenti da lavoro non possono ricevere i buoni pasto, ma ciò non significa che non possono spenderli e usarli per i loro pasti. I ticket infatti sono validi su tutto il territorio nazionale (tenendo in considerazione ovviamente solo gli esercizi convenzionati). Immaginiamo che il collaboratore si trovi in un altro luogo rispetto a quello in cui solitamente risiede e lavora. In questo caso potrà consultare la lista di locali o supermercati (alcuni fornitori di buoni pasto elettronici hanno anche accordi con i maggiori servizi di delivery) convenzionati, scegliere quello che più si addice alle sue esigenze alimentari e usare i propri buoni pasto anche se non è in servizio.

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Buoni pasto elettronici tassazione

Il Decreto numero 122 del Ministro dello Sviluppo Economico regolamenta questi servizi che sostituiscono la mensa. I buoni pasto proprio in virtù della loro funzione sostitutiva sono esenti da contribuzione INPS e godono di una tassazione di favore. Al contrario dei servizi diretti di vitto, come ad esempio la mensa aziendale, che sono totalmente esenti da tasse, i ticket restaurant hanno un tetto massimo di esenzione. Inoltre per essere esenti devono essere erogati a tutti i dipendenti o almeno a categorie omogenee degli stessi.

I tetti massimi sono:

  1. 8€ per i buoni pasto elettronici (prima era 7€)
  2. 4€ per i buoni pasto cartacei (prima era 5,29€)

La motivazione dietro alla scelta di aumentare il massimale di esenzione dei ticket elettronici e diminuire quello dei ticket cartacei riguarda la volontà di prediligere pagamenti più tracciabili e trasparenti. Infatti nonostante i buoni pasto sono nati come cartacei (e tutt’ora sono ampiamente utilizzati), le aziende e i possessori di partita iva si stanno piano piano orientando verso la soluzione più dematerializzata e più incentivata proprio perché, seguendo i massimali di esenzione attuali, ha maggiore spendibilità.

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Buoni Pasto a chi spettano?

Buoni Pasto a chi spettano?

Lavoratori part-time, smart-working, stage, p.iva: buoni pasto normativa a chi spettano?

I buoni pasto sono dei voucher defiscalizzati che le aziende erogano e che i liberi professionisti acquisto per la pausa pranzo. I ticket restaurant sono uno strumento che aiuta concretamente i datori di lavoro, i lavoratori e i possessori di partita iva a risparmiare ma comunque fare una pausa pranzo soddisfacente e salutare. Ma i buoni pasto a chi spettano? Questa domanda ha spesso risposte confusionarie e i datori di lavoro, ma spesso anche i possessori di p.iva, possono non sapere a chi possono erogarli o se loro stessi ne hanno diritto.

In questo articolo riassumeremo la normativa che regola i buoni pasto e risponderemo alle domande più comuni. Per un approfondimento sulla normativa leggi “Detrazioni Buoni Pasto: tutta la normativa”.

Continua a leggere per sapere i buoni pasto a chi spettano e tutti i vantaggi fiscali.

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Buoni pasto a chi spettano?

In linea generale, i buoni pasto spettano a tutti coloro che intrattengono un rapporto di collaborazione con uno specifico datore di lavoro o con dei clienti. In poche parole quindi tutti i lavoratori subordinati (a tempo determinato, indeterminato, full time ed anche part time, turnisti ecc) e tutti i lavoratori non subordinati (come collaboratori esterni).

Per l’azienda i vincoli sono:

  • La presenza di un contratto
  • Dare i buoni pasto a categorie omogenee di lavoratori o in alternativa a tutti quanti.

Da queste categorie che ne hanno diritto possiamo dunque estrapolare chi invece non ne ha diritto:

  • La forza lavoro in cassa integrazione;
  • I lavoratori assenti dal luogo di lavoro per una giornata intera;
  • I subordinati in sciopero;
  • I dipendenti in ferie o in malattia.
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Casi particolari nella normativa buoni pasto

Rendiamo conto ora di una serie di casi particolari:

  • Buoni pasto e lavoratori part time
  • Buoni pasto e smart working
  • Buoni pasto e partita iva
  • Buoni pasto e tirocini/stage

Tra le eccezioni appena elencate, troviamo i lavoratori con un contratto part time. Se è vero che questa tipologia di dipendenti può ricevere i buoni pasto, è anche vero che ci sono delle regole da rispettare e dei cavilli da menzionare.

Secondo la normativa vigente infatti i lavoratori in part time hanno diritto ai buoni pasto solo se il loro orario di lavoro comprende le pause concomitanti ai pasti principali oppure se la distanza casa-lavoro è così ampia che non permette al dipendente di rincasare in tempo per i pasti principali.

Smart work e buoni pasto

L’Agenzia delle Entrate ha stabilito che, se non ci sono altre limitazioni all’erogazione di buoni pasto, questi possano essere erogati indipendentemente dalle modalità della prestazione lavorativa. Quindi anche i dipendenti in smart working possono ricevere i ticket restaurant per la loro spesa o per l’acquisto di pasti pronti da consumare in casa.

Con la pandemia che tutt’oggi modifica le vite di tutti e soprattutto dei lavoratori, assicurare i buoni pasto alla propria forza lavoro è un impegno morale che i datori di lavoro dovrebbero assumersi.

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Ditte individuali e Partita IVA buoni pasto: la normativa 2021

I ticket restaurant non sono disponibili solo per aziende, infatti anche i possessori di Partita IVA e anche le Ditte Individuali hanno la possibilità di richiedere i buoni pasto.

Anche per queste categorie ci sono dei vantaggi fiscali notevoli. Il 75% dei costi per alimenti, spesa e pasti pronti può essere detratto con l’IVA al 10% e per un massimo del 2% del fatturato.

Inoltre, a seconda della società emittrice di buoni pasto, il libero professionista e il titolare della Ditta Individuale saranno messi in grado di decidere il loro valore e il numero dei buoni pasto comprati.

Altri vantaggi dei buoni pasto elettronici per liberi professionisti e ditte individuali:

  1. Ottimizzazione della gestione amministrativa
  2. Fattura unica
  3. Semplicità nell’uso
  4. Flessibilità nella scelta

Per quanto riguarda le Partite IVA e la loro possibilità di comprare i buoni pasto con gli sgravi fiscali di cui parlavamo sopra, bisogna stare attenti al tipo di regime in cui si è.

Buoni Pasto Elettronici e Partita IVA in regime forfettario

I liberi professionisti che sono in regime forfettario non hanno diritto agli sgravi fiscali sui buoni pasto. Secondo la normativa vigente infatti le partite iva in regime forfettario non possono scaricare i costi aziendali.

Buoni Pasto Elettronici e Partita IVA in regime ordinario

I Buoni Pasto Elettronici invece sono disponibili con le agevolazioni fiscali per i possessori di P.IVA con regime ordinario. L’IVA al 10% è detraibile e si può dedurre il 75% delle spese per gli alimenti e per i pasti pronti fino ad un massimo del 2% del fatturato.
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Buoni pasto stage e apprendistato: i buoni pasto spettano anche agli stagisti?

I Buoni pasto sono defiscalizzati per azienda e lavoratori quando esiste un contratto. Per quanto riguarda stage e tirocini, pur non essendo un rapporto di lavoro subordinato, esistono dei contratti stabiliti su progetti formativi.

I buoni pasto quindi sono defiscalizzati anche per i lavoratori con contratti di stage o apprendistato.

Anzi, molte aziende decidono di erogare buoni pasto ai propri stagisti per rendere più sostenibili questi tipi di contratti di formazione in azienda. I benefit per la pausa pranzo sono molto ambiti dai più giovani e risultano quindi per le aziende un’ottima strategia di employee retention (leggi 7 strategie vincenti per aumentare l’Employee Retention) e di talent acquisition.

Detrazioni Buoni Pasto: tutta la normativa

Detrazioni Buoni Pasto: tutta la normativa

Scopri come funziona la deducibilità sui buoni pasto per aziende, ditte individuali e possessori di p.iva

Le detrazioni buoni pasto sono il principale vantaggio di questi voucher e in questo articolo esploreremo la normativa vigente. Specifichiamo che i buoni pasto sono dei voucher deducibili e con una tassazione agevolata. I ticket restaurant servono alle aziende, alle ditte individuali e ai possessori di p.iva per rimpiazzare il servizio di mensa o per comprare pasti pronti e generi alimentari detraendo le tasse.

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Normativa sulle detrazioni buoni pasto 2021

Per quanto riguarda la normativa vigente sulla deducibilità dei buoni pasto bisogna citare alcune fonti.

Il primo è l’Articolo 51 del T.U.I.R, cioè il Testo Unico delle Imposte sui Redditi; tale articolo regola il massimale di esenzione dei ticket restaurant.

Il secondo invece è il Decreto n. 122 del 7/06/17; tale decreto invece ha al suo interno:

  • le indicazioni sulla relazione tra chi eroga i buoni pasto e gli esercenti convenzionati che erogano il servizio sostitutivo di mensa;
  • le differenze in materia fiscale tra il buono pasto cartaceo e il buono pasto elettronico;
  • stabilisce le categorie di lavoratori che hanno il diritto a ricevere i ticket restaurant.

Infine da citare i CCNL, cioè i Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro che definiscono se i datori di lavoro sono obbligati o no ad erogare buoni pasto ai lavoratori con quel particolare CCNL.

Seguendo gli aggiornamenti fatti con la Manovra di Bilancio 2020 e ancora validi nel 2021 troviamo una variazione nelle soglie di deducibilità dei ticket:

  • I buoni pasto cartacei hanno subito una diminuzione della soglia: da 5,29€ a 4€.
  • I buoni pasto elettronici hanno subito un aumento della soglia: da 7€ a 8€.
Le suddette normative valgono per qualunque impresa, sia per le PMI che per le grandi multinazionali. Per quanto riguarda invece le imprese individuali e i liberi professionisti, ci sono dei cavilli da prendere in considerazione se si vuole davvero avere un’idea della deducibilità dei buoni pasto e se conviene comprarli.

Nei prossimi paragrafi andremo nel dettaglio dei vantaggi fiscali per ognuna delle categorie sopra menzionate.

Detrazione Buoni Pasto: IRES, IRAP e IRPEF

Con i buoni pasto si possono dedurre le spese ai fini delle imposte dirette: IRAP/IRES/IRPES. Tale deducibilità dipende dalla collocazione nel bilancio di tali spese: al fine della deducibilità i costi vanno inseriti nella voce B.7 “Costi per servizi”.

In ogni caso bisogna che i datori di lavoro/liberi professionisti/ditte individuali stiano attenti alla tipologia dei buoni pasto emessi ed erogati. Infatti a seconda della tipologia (cartacei/elettronici) ci sono diversi massimali di esenzione. Se si dovesse uscire da le cifre stabilite, l’eccedenza sarebbe tassabile secondo il regime fiscale ordinario perché concorrerebbe a formare reddito da lavoro dipendente.

Buoni pasto vantaggi fiscali per aziende

Per le aziende erogare buoni pasto ai dipendenti significa risparmio sui costi del personale. Anche per i dipendenti ci sono enormi vantaggi fiscali. Abbiamo già evidenziato la legge in materia. Riassumendo:

  • 100% di detraibilità sul costo dei buoni pasto.
  • IVA al 4%.
  • Esenzione da oneri previdenziali.

Per quanto riguarda a chi possono essere erogati i buoni pasto, troviamo che tutti i lavoratori (dipendenti full time, part-time, dirigenti, collaboratori) possono ricevere i ticket restaurant.

Alcune regole in più si applicano per i dipendenti part-time. Infatti per questa categoria la normativa prevede che si possano erogare buoni pasto solo se il loro orario di lavoro coincide con le pause fatte per i pasti principali.

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Buoni pasto vantaggi fiscali per ditte individuali

Erogare buoni pasto non è conveniente solo per le aziende. Anche le ditte individuali infatti possono risparmiare molto prendendo i ticket restaurant per il loro business.

In questo caso però non sarà possibile usufruire dell’IVA al 4% ed anche le pratiche amministrative subiscono un cambiamento nella modalità di deduzione.

Per chi non ha dipendenti quindi la normativa segue i seguenti atti:

  • Legge 6 agosto 2008, n. 133
  • Circolare n 53/e del 5 settembre 2008
  • Circolare n° 6/e del 3 marzo 2009

In sostanza si prevede che si possa detrarre il 75% dei costi e totalmente IVA anche se al 10% come da d. l.  112/2008, art. 83, comma 28 bis (e non al 4% come avviene per le aziende) fino ad un massimo uguale al 2% del fatturato totale.

Buoni pasto vantaggi fiscali per possessori di p.iva

Per i possessori di p.iva la legislazione è più o meno uguale e segue gli stessi atti di cui sopra. Anche in questo caso infatti si prevede la detrazione dell’IVA (al 10% e non al 4%) e il 75% delle spese sul 2% del fatturato.

Differenziamo però in questo caso tra i due regimi (ordinario e forfettario) di p.iva.

Detrazioni Buoni Pasto per p.iva a regime forfettario

I possessori di p.iva a regime forfettario non possono scaricare le spese che sostengono per il loro business. Ciò comprende i buoni pasto, ma anche il costo del carburante. Le p.iva forfettarie per legge possono detrarre solo i contributi previdenziali.

Scegliere questo tipo di regime è sicuramente conveniente per tutta una serie di facilitazioni, ma per quanto riguarda i buoni pasto non è possibile detrarre il loro costo.

Detrazioni Buoni Pasto per p.iva a regime ordinario

In questo caso invece valgono tutte le norme di cui sopra e tutti i massimali di esenzione già elencati. Quindi per i possessori di una partita iva in regime ordinario prendere i buoni pasto è un’azione conveniente.
Per scoprire i migliori fornitori leggi “I migliori fornitori di buoni pasto”.

Buoni Pasto Normativa

Buoni Pasto Normativa

Cosa dice la normativa sulla deducibilità e sulla detrazione fiscale dei buoni pasto

Quando le aziende non dispongono di una mensa, la maggior parte decide di erogare i buoni pasto ai propri dipendenti. I buoni pasto sono infatti uno dei benefit più diffusi nelle aziende, ma possono rivelarsi molto utili anche per ditte individuali e liberi professionisti grazie alla normativa buoni pasto che risulta essere veramente vantaggiosa.

Quando le aziende non dispongono di una mensa, la maggior parte decide di erogare i buoni pasto ai propri dipendenti. I buoni pasto sono infatti uno dei benefit più diffusi nelle aziende, ma possono rivelarsi molto utili anche per ditte individuali e liberi professionisti grazie alla normativa buoni pasto che risulta essere veramente vantaggiosa.

Scopriamo insieme la normativa fiscale e le regole per la deducibilità dei buoni pasto per aziende, ditte individuali e liberi professionisti.

Se invece stai cercando dei fornitori affidabili e vorresti ricevere un preventivo gratuito visita “i migliori fornitori di buoni pasto”.

Buoni pasto normativa: cosa sono i buoni pasto

I buoni pasto sono dei benefit che o vengono erogati dalle aziende ai propri dipendenti oppure vengono acquistati dalle ditte individuali e liberi professionisti per il loro business.

Essendo considerati un’integrazione al reddito e non parte di esso, i ticket restaurant rientrano nella categoria dei flexible benefit. Tale classificazione rende i buoni pasto una soluzione estremamente vantaggiosa da punto di vista fiscale.

Buoni pasto normativa in vigore

La tassazione dei buoni pasto viene regolata dalle seguenti normative e leggi:

  • L’articolo 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (T.U.I.R.): regola il tetto massimo di esenzione dei buoni pasto.
  • Il Decreto numero 122 del 7 giugno 2017: stabilisce quali categorie di lavoratori possono ricevere i buoni pasto, chi può erogarli e stabilisce le differenze tra buono pasto elettronico e cartaceo. Inoltre regola la relazione tra gli esercizi commerciali e i fornitori di buoni pasto.
  • I CCNL (Contratti collettivi nazionali del lavoro): legiferano sull’obbligatorietà o meno dei buoni pasto per alcune categorie di lavoratori.
Notiamo due cose rispetto a queste tre normative:

  • Sono state redatte principalmente per le imprese, infatti valgono e sono applicabili ad ogni tipo di azienda anche a prescindere dalla loro dimensione. Alcune eccezioni però possono valere per imprese individuali e persone con p.iva. Ad esempio per le p.iva a regime forfettario i buoni pasto non sono deducibili. Per sapere di più: “Buoni pasto per i titolari di P.IVA: convengono davvero?”.
  • Ogni anno ci possono essere modifiche applicate alle suddette normative che modificano le soglie di esenzione o ne estendono l’uso.

Buoni pasto normativa: Caratteristiche fiscali e non

Nell’Articolo 2 del Decreto numero 122 del 2017 viene dettagliatamente definito il concetto di buono pasto. Secondo la legge italiana il buono pasto è il documento che legittima il titolare a ricevere servizi di sostituzione di mensa per il valore riportato sul buono. Inoltre tale documento prova l’avvenuta prestazione dell’esercizio convenzionato ai fornitori che emettono i buoni pasto.

 

Nell’Articolo 4 dello stesso Decreto invece vengono elencate le caratteristiche che necessariamente un buono pasto deve avere per essere tale:

 

  1. Devono provare l’avvenuta prestazione del servizio sostitutivo di mensa (somministrazione di alimenti e bevande).
  2. Devono essere utilizzati esclusivamente dai lavoratori subordinati o anche con un rapporto di collaborazione non subordinato. Sia che questi siano a tempo piano che a tempo parziale. Inoltre sono erogabili anche in caso l’orario di lavoro non comprenda la pausa pranzo.
  3. Non sono cedibili a terzi.
  4. Sono utilizzabili sono per l’interezza del loro valore.
  5. Cumulabili fino ad 8 buoni.
  6. Non sono commercializzabili.
  7. Non sono convertibili in denaro.
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Buoni pasto normativa: A chi spettano i buoni pasto

Seguendo i decreti e le normative elencate nel paragrafo precedente, i buoni pasto non sono obbligatori. Ciò significa che le aziende, a meno che non sia stabilito diversamente nel CCNL di riferimento, non sono obbligate ad erogare buoni pasto ai propri dipendenti.

In caso però il CCNL di riferimento lo imponga o il datore voglia farlo, i buoni pasto possono essere erogati a tutta la forza lavoro assunta sia a tempo determinato che indeterminato, sia full time che part time. L’aspetto imprescindibile per l’erogazione è ovviamente la presenza di un contratto di lavoro regolare. Se il datore di lavoro volesse erogare i buoni pasto solo ad una parte della propria forza lavoro, bisogna che questa parte di lavoratori sia in qualche modo omogena.

Un’altra domanda comune è se i buoni pasto possono essere erogati anche quando l’orario di lavoro non prevede l’orario della pausa pranzo. La risposta è certamente possono essere erogati, anche se bisogna prestare attenzione all’unica eccezione: i dipendenti part-time. Infatti per erogare buoni pasto ad un dipendente in part-time, bisogna che il suo orario lavorativo comprenda i principali pasti o che la distanza casa-lavoro non permetta al dipendente di rincasare in tempo per i pasti.

Buoni pasto normativa: deducibilità fiscale 2021

Ogni anno gli enti governativi possono modificare le norme riguardanti i buoni pasto attraverso le Leggi di Bilancio. Nel 2021, a seguito delle modifiche della Legge di Bilancio del 2020 troviamo che:

1) La soglia di esenzione dei buoni pasto è stata raddoppiata da 258,13€ a 516,46€.

2) La soglia della deducibilità dei buoni pasto elettronici è stata aumentata da 7€ a 8€.

3) La soglia della deducibilità dei buoni pasto cartacei è stata diminuita da 5,29€ a 4€.

Tali nuove disposizioni vanno nella direzione di incentivare l’utilizzo dei buoni pasto e di incentivare soprattutto l’utilizzo di quelli elettronici. Per sapere di più sull’argomento “Buoni pasto elettronici: la normativa del pos unico”.