Pausa pranzo obbligatoria: ecco come è regolata dalla legge

Pausa pranzo obbligatoria: ecco come è regolata dalla legge

I dipendenti, durante l’orario in cui svolgono le proprie attività lavorative, hanno diritto ad un periodo di riposo in cui possono rilassarsi e consumare il pranzo. Infatti, la pausa pranzo è obbligatoria per tutti coloro che superano le 6 ore di lavoro giornaliere.

Continua a leggere per scoprire la durata minima della pausa pranzo obbligatoria, in quali casi è prevista la retribuzione o l’erogazione dei buoni pasto e anche come funziona per le pause caffè.

Clicca qui per trovare i migliori fornitori di buoni pasto.

Clicca qui per trovare i migliori fornitori di macchine del caffè e distributori automatici.

La pausa pranzo è obbligatoria? Ecco cosa dice la legge

La pausa pranzo è regolata dal dlgs n. 66/2003 che la indica come obbligatoria e come un diritto del dipendente dopo 6 ore di lavoro continuative. Dunque, un dipendente non può lavorare per più di 6 ore di fila senza prendere una pausa per consumare un pasto. Tendenzialmente però, almeno per i lavori d’ufficio che hanno una durata di 8 ore giornaliere, la pausa pranzo è concessa dopo le prime 4 ore di lavoro.

Pausa pranzo soppressa: il dipendente ha diritto agli straordinari?

Da un punto di vista legale, nel caso in cui il datore di lavoro chiedesse di rinunciare alla pausa pranzo per effettuare degli straordinari il dipendente non è tenuto a farlo. Il Ministero del Lavoro ha chiarito che la pausa pranzo è obbligatoria e che va goduta in maniera continuativa. Qualunque tentativo da parte dell’azienda di far rinunciare il lavoratore alla propria pausa pranzo non trova applicazione nella normativa.

Tuttavia il dipendente che volontariamente decide di accettare a rinunciare alla pausa pranzo quando richiesto ha diritto ad essere retribuita come straordinario. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21325/2019 conferma che per una pausa pranzo non goduta, anche nel caso in cui vengano erogati buoni pasto spendibili fuori dall’orario lavorativo, il datore di lavoro debba retribuire questo tempo aggiuntivo come straordinario.

Durata pausa pranzo obbligatoria

Il decreto citato precedentemente non si pronuncia in merito alla durata della pausa pranzo obbligatoria. Sarà il datore di lavoro a stabilirne la durata a seconda delle esigenze produttive e organizzative dell’azienda. Solitamente la durata della pausa pranzo non supera mai le due ore e, le durate più comuni sono mezz’ora per gli operai e un’ora per gli impiegati.

banner buoni pasto sostenibilità aziendale

 In quali casi la pausa pranzo è retribuita?

Abbiamo già visto il caso della pausa pranzo non goduta che deve necessariamente essere retribuita come straordinario, ma come funziona nel caso di una pausa pranzo goduta? In quali casi questa può essere retribuita?

Il datore di lavoro, nel caso di una pausa pranzo goduta da dei lavoratori che hanno un orario spezzato (es: 8 ore giornaliere 9:00-18:00 con un’ora di pausa pranzo dalle 13:00 alle 14:00) non è tenuto a retribuire la pausa. Questo perché tale lasso di tempo non è considerato di lavoro effettivo. Quando l’orario di lavoro è continuativo (es: 8 ore giornaliere dalle 8:00 alle 16:00) allora la pausa pranzo è compresa nella retribuzione.

In ogni caso, l’azienda può decidere di erogare ai dipendenti un indennizzo o un servizio di mensa, cioè un importo giornaliero che copra i costi del pranzo. Tale servizio di mensa o sostitutivo di mensa può essere riconosciuto nei seguenti modi:

Come funziona per la pausa caffè?

Oltre alla pausa pranzo obbligatoria, i lavoratori hanno diritto anche ad altre tipologie di pause durante la giornata, come la pausa caffè. Da notare che la pausa caffè non può coincidere con l’inizio o la fine del proprio turno.

La legge esplicita che nel caso l’orario di lavoro sia di massimo 6 ore, allora i dipendenti possano staccare per almeno 10 minuti. Questa norma però fa un’eccezione per i videoterminalisti, cioè coloro che per almeno 20 ore alla settimana lavorano davanti ad uno schermo. Dunque, non solo coloro che utilizzano un computer, ma chiunque debba stare davanti a degli apparecchi dotati di video e monitor. Per questa categoria di lavoratori viene prevista una pausa di 15 minuti ogni due ore passate davanti ad uno schermo.

Quando conviene scegliere la mensa diffusa e come funziona con i buoni pasto

Quando conviene scegliere la mensa diffusa e come funziona con i buoni pasto

Tutto ciò che devi sapere sul servizio di mensa aziendale diffusa: normativa fiscale, integrazione con i buoni pasti e tutti i vantaggi

La pausa pranzo, da sempre un momento fondamentale nella giornata di un lavoratore, ha subito nel tempo notevoli cambiamenti. Dalla mensa aziendale, che vedeva l’azienda mettere a disposizione un struttura dedicata all’interno della sede, si è passati all’indennità in busta paga fino ai buoni pasto e all’innovativo sistema della mensa diffusa.

Per mensa aziendale considerabile come “diffusa” si intende un sistema che permette all’azienda si erogare ai propri dipendenti un servizio di mensa tramite la convenzione con ristoranti e locali della zona. Attraverso un’app e un badge, o addirittura utilizzando dei buoni pasto specifici, è possibile acquistare dei pasti pronti e dunque usufruire di un servizio simile alla mensa aziendale, ma più conveniente per tutti.

Continua a leggere per saperne di più sulla mensa diffusa, sui buoni pasto e su altri servizi sostitutivi di mensa. Scopri tutta la normativa e qual è il servizio più conveniente per la tua impresa.

Clicca qui per trovare i migliori fornitori di buoni pasto e di buoni per la mensa diffusa.

Mensa diffusa: cos’è

La mensa diffusa è una rivisitazione della tradizionale mensa aziendale che si adatta alle necessità dei lavoratori e delle aziende contemporanee. Al posto di avere un luogo unico all’interno della proprietà aziendale, la mensa diffusa è costituita dalla rete di ristoranti, bar, tavole calde ecc, convenzionati. I lavoratori, attraverso l’utilizzo di un badge o di buoni pasto specifici, si recano da questi esercenti per consumare il proprio pasto giornaliero esattamente come se fossero in una mensa aziendale. Il costo finale verrà addebitato con una fattura unica a fine mese all’azienda stessa che potrà controllare e poi pagare i pasti consumati da tutti i propri dipendenti.

Attualmente ci sono vari fornitori sul mercato dei buoni per la mensa diffusa, tra tutti spicca il leader di mercato Edenred con i suoi buoni pasto Ticket Restaurant Canteen.

Come funzionano i buoni per la mensa locale o diffusa

Le aziende scelgono i giorni e gli orari in cui è possibile usufruire del servizio oltre che i menù di un valore predefinito tramite i fornitori del servizio di mensa diffusa e gli esercenti, simile a come avviene per le mense tradizionali. In questo modo i pasti sono accessibili a tutti tramite un card elettronica o dei buoni pasto speciali che permettono di riceverli secondo le modalità previste. Non dover erogare in prima persona il servizio di mensa toglie alle aziende la maggior parte delle responsabilità e delle incombenze e permette ai lavoratori di avere maggiore libertà di scelta

Per essere considerato mensa esclusivamente diffusa, e godere dei relativi sgravi fiscali, il servizio deve:

  • Consentire una sola prestazione giornaliera, non cumulabile e non rimandabile, effettuata durante un effettivo giorno lavorativo;
  • Essere erogato tramite un badge o un buono pasto che non rappresenta un titolo di credito, ma che è utilizzato solo per identificare il diritto alla fruizione del pasto.
ticket restaurant elettronici ticket restaurant edenred

Normativa fiscale della mensa aziendale diffusa

Dal punto di vista fiscale la mensa che consideriamo diffusa è assimilabile alla mensa aziendale interna come esplicitato dalla circolare n. 327/97 del Ministero delle Finanze. Dunque, anche la mensa aziendale diffusa gode di una tassazione di favore e di alcuni sgravi fiscali per quanto riguarda l’IVA e le imposte.

L’importo, qualunque esso sia e che consiste solo esclusivamente dei pasti effettivamente consumati, non rientra nel reddito da lavoro dipendente. Per questo motivo è esente da contributi fiscali e previdenziali. Inoltre viene applicata l’aliquota al 4% che è totalmente detraibile per le aziende.

I vantaggi per aziende, dipendenti ed esercenti della mensa locale

I vantaggi di utilizzare un servizio di buoni pasto per la mensa diffusa sono molti sia per le aziende che per i lavoratori e gli esercenti. Vediamoli nel dettaglio.

Per le aziende:

  • Esentasse e deducibile a prescindere dall’importo;
  • Semplificazione amministrativa e fattura unica mensile;
  • Aliquota al 4%;
  • Miglioramento del benessere della forza lavoro.

Per i lavoratori:

  • Avere a disposizione un pasto al giorno esente da ritenute fiscali e previdenziali;
  • Possibilità di scelta tra vari esercizi commerciali;
  • Aumento della soddisfazione e del benessere.

Per gli esercenti:

  • Aumento della clientela e della visibilità del proprio locale;
  • Controllo degli incassi;
  • Gestione semplificata dei rimborsi.

Mensa per aziende diffusa, buoni pasto e mensa interna: quale conviene di più?

La mensa diffusa è uno dei tanti servizi sostitutivi di mensa che si possono trovare sul mercato. Infatti, oltre alla classica mensa aziendale interna, esistono anche l’indennità sostitutiva di mensa e i buoni pasto. Vediamo le differenze e scopriamo qual è la soluzione più conveniente per le imprese.

Rispetto all’indennità sostitutiva di mensa, che non è equiparabile a dei servizi offerti ed è tassata come reddito da lavoro dipendente, possiamo dire che non è molto conveniente. Nonostante molte imprese la scelgano in sostituzione della mensa interna e molti dipendenti la apprezzino in quanto è un valore aggiunto in busta paga, l’indennità non è fiscalmente la soluzione più favorevole in quanto non è esentasse.

A contrario, a livello normativo tra mensa per dipendenti diffusa e mensa interna non c’è differenza. L’aliquota è al 4% e non ci sono limiti di esenzione. Tuttavia, la mensa aziendale diffusa permette di risparmiare perché non ha costi fissi di organizzazione ed erogazione, è compatibile con lo smart working e garantisce maggiore libertà e flessibilità al dipendente.

Infine rispetto ai buoni pasto. La mensa aziendale diffusa ha il vantaggio di non avere limiti di esenzione, che per i buoni pasto è di 4 euro al giorno per dipendente per i buoni pasto cartacei e di 8 euro al giorno per dipendente per i buoni pasto elettronici. Tuttavia, i buoni pasto sono cumulabili e spendibili anche per fare la spesa.

Buoni pasto digitali: come funzionano e perché sceglierli

Buoni pasto digitali: come funzionano e perché sceglierli

Perché i buoni pasto digitali sono i più convenienti per aziende e dipendenti

I buoni pasto sono dei titoli di pagamento che vengono riconosciuti dalle aziende ai propri dipendenti o che vengono richiesti dai liberi professionisti per il loro business. I ticket restaurant sono tra i benefit aziendali più richiesti dai lavoratori e tra i più diffusi. Quando si parla di buoni pasto si pensa sempre al blocchetto di foglietti da presentare ai commercianti per pagare il proprio cibo, oppure alla tessera elettronica da utilizzare come un semplice bancomat. In realtà ne esiste un’altra versione: i buoni pasto digitali.

Continua a leggere per scoprire le differenze tra i buoni pasto digitali, elettronici e cartacei, perché i ticket restaurant digitali convengono alle aziende e i migliori fornitori.

Clicca qui per richiedere i buoni pasto digitali per i tuoi dipendenti o per il tuo business.

Buoni pasto cosa sono

I buoni pranzo rientrano nella categoria dei benefit aziendali. Quando erogati ai dipendenti o richiesti dai liberi professionisti possono essere utilizzati in tutti i negozi, supermercati e alimentari convenzionati per acquistare solamente pasti pronti, generi alimentari e bevande (clicca qui per saperne di più su cosa puoi acquistare con i buoni pasto).

Con l’evolversi del mercato ristorazione e food & beverage, alcuni siti eCommerce e di food delivery hanno iniziato ad accettare i buoni pasto come pagamento, come ad esempio JustEat.

Buoni pasto digitali, elettronici e cartacei

Ad oggi i buoni pasto esistono in tre versioni: cartacea, elettronica e digitale. Si è passati dal classico carnet con i vari buoni da strappare a più moderne tecnologie come le tessere elettroniche simili ai bancomat a una soluzione totalmente dematerializzata come i buoni pasto digitali.

ticket restaurant elettronici ticket restaurant edenred

Buoni pasto cartacei

I buoni pasto cartacei sono stati la prima versione dei ticket ad essere messa in commercio. Si presentano come un carnet da cui i dipendenti possono staccare i vari ticket dal valore prestabilito e consegnarli agli esercenti come titolo di pagamento.

Nonostante ci siano ancora aziende che erogano i buoni pasto cartacei, questa tipologia sta piano piano andando in disuso. Recentemente, la Legge di Bilancio 2020 ha stabilito che il massimale di esenzione di questi ticket scendesse a 4€ al giorno per dipendente.

Un altro grande svantaggio dei buoni pasto cartacei è che, in caso di smarrimento, furto o danneggiamento, non possono essere recuperati.

Buoni pasto elettronici

Dopo i buoni cartacei sono arrivati sul mercato i buoni pasto elettronici. In questo caso ai dipendenti è consegnata una tessera elettronica con un chip molto simile, anche per il funzionamento, ad un bancomat. La tessera, su cui l’azienda carica l’importo mensile da erogare al dipendente in buoni pasto, viene utilizzata strisciandola nei POS abilitati.

Il massimale di esenzione, sempre secondo la normativa vigente, nel caso dei buoni pasto elettronici è di 8€ al giorno per dipendente.

buoni pasto elettronici yes !icket

Buoni pasto digitali

Ultimamente però, in alternativa ai buoni cartacei ed elettronici, le aziende fornitrici hanno iniziato a proporre anche la versione totalmente smaterializzata dei ticket restaurant: i buoni pasto digitali. In questo caso il lavoratore gestisce i pagamenti e monitora saldo e scadenze direttamente da un’app apposita.

Buoni pasto digitali come funzionano: con i buoni pasto digitali l’accessibilità è massima e il rischio di smarrimento ridotto. In caso di furto i ticket possono essere immediatamente bloccati e, in alcuni casi, anche recuperati. Per le aziende ci sono tanti vantaggi: i costi di spedizione e distribuzione delle tessere o dei carnet sono azzerati.

Secondo la Legge di Bilancio del 2020 i buoni pasto digitali sono assimilabili a quelli elettronici, in virtù della loro tracciabilità e trasparenza, e dunque sono esentasse fino ad un massimo di 8€ al giorno per dipendente.

Perché scegliere i buoni pasto digitali o elettronici

Il massimale di esenzione più alto e la loro comodità rendono i buoni pasto digitali ed elettronici la scelta migliore per i business e per i dipendenti. Non solo aumenterà il potere d’acquisto ma si ridurranno gli sprechi e i costi di gestione.

I migliori fornitori di buoni pasto elettronici e digitali

Tra i migliori fornitori che erogano buoni pasto anche in versione digitale ed elettronica troviamo:

Utilizzare i buoni pasto: credito residuo, scadenza e cumulabilità

Utilizzare i buoni pasto: credito residuo, scadenza e cumulabilità

Come utilizzare i buoni pasto: come vedere il saldo, la scadenza e quanti si possono utilizzare contemporaneamente

I buoni pasto sono tra le soluzioni per la pausa pranzo dei dipendenti più utilizzata nel nostro paese grazie alla loro utilità e convenienza. Infatti, quando erogati come servizio sostitutivo di mensa dalle aziende godono di grandi vantaggi fiscali.

Vediamo in questo articolo quali sono le caratteristiche dei buoni pasto, i massimali di esenzione, se possono essere cumulabili per pagare la spesa e come capire quando scadono o il saldo rimasto.

Clicca qui per trovare i migliori fornitori di buoni pasto aziendali.

Buoni pasto cosa sono

I buoni pasti sono dei titoli di pagamento dal valore prestabilito. Permettono a dipendenti, liberi professionisti, dirigenti e amministratori di acquistare generi alimentari, bevande o pasti pronti in supermercati, bar, ristoranti, aziende agricole, tavole calde convenzionate.

Solitamente vengono erogati dalle aziende ai propri dipendenti come servizio sostitutivo di mensa perché, al contrario dell’indennità in busta paga, sono totalmente esentasse e 100% deducibili.

Clicca qui per conoscere tutta la normativa fiscale per aziende, P.IVA e ditte individuali.

Buoni pasto elettronici, digitali e cartacei

I ticket restaurant possono essere erogati in tre formati diversi:

Buoni Pasto Cartacei: si tratta di carnet composti da vari voucher di carta da strappare e consegnare fisicamente nei negozi in cui si acquistano i prodotti alimentari. In questo caso la normativa prevede che la soglia massima di esenzione sia 4€ al giorno per dipendente.

Buoni Pasto Elettronici: la versione elettronica è una tessera con microchip, simile ad una carta prepagata ricaricabile. Il valore complessivo dei buoni pasto da erogare al dipendente è caricato sulla tessera che poi verrà utilizzata dai dipendenti per pagare. La soglia di esenzione in questo caso è di 8€ al giorno per dipendente.

Buoni Pasto Digitali: tali buoni pasti necessitano dell’utilizzo di un’applicazione sullo smartphone per poter essere utilizzati. Il credito verrà caricato sul wallet online presente nell’area privata dell’app dedicata da cui è anche possibile pagare. Come per i buoni elettronici, anche per la versione digitale la soglia di esenzione è di 8€ al giorno per dipendente.

ticket restaurant elettronici ticket restaurant edenred

Buoni pasti come funzionano

Quando un’azienda decide di erogare i buoni pasto ai propri dipendenti o un libero professionista decide di acquistarli per il proprio business basterà scegliere il fornitore di buoni pasto che più risponde alle proprie necessità e fare un ordine. Ogni società emettitrice ha le proprie direttive e condizioni di contratto diverse. Clicca qui per ricevere diversi preventivi dai migliori fornitori di buoni pasto.

Una volta fatto l’ordine è il fornitore che si occuperà di spedire i buoni pasto cartacei o la tessera elettronica all’azienda. L’unica cosa che resta da fare al reparto HR è la distribuzione dei ticket o delle carte ai dipendenti. Se invece sono stati scelti i buoni pasto digitali allora basterà far scaricare alle persone che ne hanno diritto l’applicazione e fornirgli le credenziali di accesso.

Una volta ricevuti, il dipendente o il libero professionista li potrà utilizzare per pagare in tutti gli esercenti convenzionati con quel particolare brand di buoni pasto.

Come vedere il saldo o il credito residuo dei propri buoni pasto

A seconda della tipologia di buoni pasto che si hanno, ci sono diversi modi per controllare quanti buoni pasto si hanno ancora a disposizione per il mese corrente e dunque il credito residuo.

Per i buoni pasto cartacei basterà contare il numero di buoni rimasti nel carnet e moltiplicarlo per il valore nominale di un singolo buono.

Per i buoni pasto elettronici o digitali invece è necessario scaricare l’app, entrare nella propria area privata e controllare alla voce saldo o credito residuo. A seconda dei fornitori la procedura può essere leggermente diversa, ad esempio alcuni hanno il saldo direttamente nella home.

buoni pasto elettronici yes !icket

Come vedere la scadenza dei propri ticket restaurant

I buoni pasto hanno una scadenza e sono utilizzabili solamente entro quella data. Esistono delle procedure per il rimborso dei ticket scaduti o per la sostituzione ma sono laboriose e spesso inconcludenti. Sono i lavoratori stessi che devono controllare la data di scadenza e premurarsi di utilizzarne il credito prima che scada.

Come per il saldo, le modalità per conoscere la scadenza dei buoni pasto saranno diverse a seconda della tipologia di ticket che si hanno.

Nei buoni cartacei, la data di scadenza la si può trovare, in formato mese-anno, in alto a sinistra. Mentre, per i buoni elettronici e digitali, la data di scadenza è visibile dall’app del fornitore entrando nella propria area dedicata.

Cumulabilità buoni pranzo elettronici e cartacei

Un’altra domanda che spesso si fanno i possessori di buoni pasto è se sono accumulabili e cumulabili. Partiamo col dire che i ticket restaurant sono accumulabili, nel senso che si possono mettere da parte più buoni, basta prestare attenzione alla scadenza.

Per quanto riguarda invece la cumulabilità, i buoni possono essere spesi contemporaneamente solo fino ad un massimo di 8. Con l’entrata in vigore del Decreto ministeriale del 7 giugno 2017 n. 122 (lettera d del comma 1 dell’articolo 4) è stato abilitato l’utilizzo cumulativo di 8 buoni per transazione.

Nei buoni cartacei, la data di scadenza la si può trovare, in formato mese-anno, in alto a sinistra. Mentre, per i buoni elettronici e digitali, la data di scadenza è visibile dall’app del fornitore entrando nella propria area dedicata.

La cumulabilità dei buoni pasto non interferisce con gli sgravi fiscali previsti per questo benefit aziendale in quanto riguardano l’erogazione dei buoni da parte dell’azienda e non l’utilizzo vero e proprio del ticket.

Buoni pasto agli amministratori e ai soci di un’azienda: vantaggi e deducibilità

Buoni pasto agli amministratori e ai soci di un’azienda: vantaggi e deducibilità

Come ridurre i costi aziendali con i buoni pasto concessi agli amministratori, ai soci e ai collaboratori

I buoni pasto sono una prestazione sostitutiva di mensa, vengono dunque erogati da un’azienda o acquistati da un titolare di P.IVA per l’acquisto di generi alimentari e pasti pronti. La soluzione dei ticket restaurant è fiscalmente vantaggiosa perché i costi sostenuti per il loro acquisto sono deducibili ai fine delle imposte dirette e l’IVA è totalmente detraibile.

Ma chi spettano i buoni pasto? Dipendenti, collaboratori, titolari di P.IVA ed anche amministratori e soci. Continua a leggere per conoscere tutta la normativa fiscale, le deducibilità e le detrazioni per ogni categoria di possibili percipienti.

 Clicca qui per trovare i migliori fornitori di buoni pasto.

A chi spettano i buoni pasto: amministratori, dipendenti, soci e lavoratori autonomi?

I buoni pasto possono essere acquistati per il proprio business dai liberi professionisti oppure essere erogati dalle aziende ai propri dipendenti. Ma non solo, possono anche essere erogati i buoni pasto agli amministratori e ai soci, cioè a soggetti non titolari di un lavoro subordinato.

La legge infatti stabilisce che anche nel caso di rapporti di collaborazione non necessariamente subordinati sia possibile corrispondere i ticket pasto.

ticket restaurant elettronici ticket restaurant edenred

Buoni pasto agli amministratori

Il buono pasto, benefit aziendale tra i più richiesti, può essere erogato anche agli amministratori di una società. Un amministratore è colui che dirige e organizza tutte le attività dell’ente che gestire e per il lavoro che svolge ha diritto al compenso dell’amministratore ed ad un contratto. A seconda del tipo di contratto, collaborazione tipica o collaborazione professionale, si può stabilire la deducibilità dei buoni pasto agli amministratori.

Buoni pasto agli amministratori: collaborazione tipica

L’inquadramento di un amministratore come collaborazione tipica è assimilabile all’inquadramento da lavoro dipendente, come afferma l’art. 50, comma 1, lett. c-bis del TUIR. Nonostante non sussista un rapporto di lavoro subordinato, siamo in presenza di un rapporto di collaborazione continuativa e dunque, sotto il profilo fiscale, il reddito percepito è paragonabile a quello percepito da un lavoratore dipendente.

La tassazione dei buoni pasto erogati agli amministratori è dunque la medesima che per i lavoratori dipendenti: esenzione fino 4 euro giornalieri per i buoni pasto cartacei e 8 euro per i buoni pasto elettronici o digitali.

Buoni pasto ad amministratori: collaborazione professionale

Nel caso in cui un amministratore sia inquadrato con collaborazione professionale e dunque esso sia in possesso di una Partita IVA, il compenso per l’attività che svolge viene corrisposto tramite fattura. Il suo reddito ricade nella categoria dei redditi di lavoro autonomo.

Pertanto, l’erogazione di buoni pasto agli amministratori con collaborazione professionale seguono le regole previste per i titolari di P.IVA. In questo caso, come per le ditte individuali, i costi possono essere dedotti ai fini delle imposte dirette fino al 75% nel limite del 2% del fatturato. L’IVA del 10% è interamente detraibile.

buoni pasto elettronici yes !icket

Buoni pasto corrisposto ad un socio

I soci di una società sono delle persone che, tramite un negozio giuridico, costruiscono una società di cui detengono il capitale sociale. Per questo motivo i soci hanno diritto alla partecipazione degli utili di una società.

Il regime fiscale applicato al reddito che un socio percepisce è diverso a seconda della natura della società stessa. Per le società di persone si applica il regime della trasparenza fiscale per cui i redditi sono imputati a ciascun socio proporzionalmente alla quota di partecipazione agli utili e si identificano come reddito d’impresa o come altre categorie reddituali. Per le società di capitali i dividenti sono distribuiti ai soci tassati come redditi di capitali; ciò se non si parla di soci fondatori. Per i soci fondatori si parla di reddito da lavoro autonomo.

Per i soci fondatori di una società, il cui reddito è equiparabile a reddito da lavoratore autonomo, vige la stessa disciplina fiscale per i buoni pasto che si applica ai titolari di P.IVA e agli amministratori con contratto di collaborazione professionale di cui sopra.