I buoni pasto possono essere corrisposti quando il dipendente usufruisce dei permessi retribuiti?

I buoni pasto possono essere corrisposti quando il dipendente usufruisce dei permessi retribuiti?

Ferie, permessi retribuiti giornalieri e orari: come funziona per l’erogazione del buono pasto?

I buoni pasto sono dei ticket defiscalizzati per la pausa pranzo che le aziende erogano ai propri dipendenti come servizio sostitutivo di mensa aziendale. Data la loro natura di benefit e servizio accessorio, i lavoratori ne possono ricevere uno solo per ogni giornata lavorativa effettuata e ci sono limitazioni in caso di permessi retribuiti e non.

Continua a leggere per sapere a chi spettano i ticket restaurant e se un dipendente ne ha diritto in ferie o quando prende un permesso retribuito per studio, per allattamento o altre tipologie di assenze.

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Buoni pasto: cosa sono

Il buono pasto è un titolo di pagamento cartaceo, elettronico o addirittura completamente digitale, erogabile ai dipendenti per usufruire di un servizio sostitutivo di mensa. Tali ticket possono essere utilizzati in tutti in bar, ristoranti e supermercati convenzionati con il brand di buoni pasti scelto.

I buoni pasto:

  • Sono cumulabili fino ad 8 per transazione;
  • Non sono convertibili in denaro, commercializzabili o cedibili;
  • Possono essere utilizzati solo dal titolare del buono o della carta elettronica.

Data la loro funzione di benefit aziendali, i ticket restaurant godono di una normativa fiscale di favore. La legge di Bilancio 2020 prevede che:

  • I buoni pasto elettronici e digitali siano esentasse per un massimo di 8 euro al giorno per dipendente;
  • I buoni pasto cartacei siano esentasse per un massimo di 4 euro al giorno per dipendente.

A chi spettano i buoni pasto

I buoni pasto spettano a tutti coloro che hanno un contratto di lavoro subordinato regolare o che hanno un rapporto di collaborazione non subordinato. Questo a prescindere di un orario full-time, part-time, co.co.co, stagisti, apprendisti ecc.

I ticket restaurant spettano anche quando l’orario di lavoro non prevede la pausa pranzo o se i lavoratori sono in trasferta, a meno che non ricevano già un’indennità o un rimborso spese.

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Permessi retribuiti, ferie e congedi: quando si ha diritto ai buoni pasto?

Per ogni giornata lavorativa realmente effettuata di almeno 6 ore lavorative, i dipendenti hanno diritto ad un buono pasto. Come funziona allora per le giornate di ferie, congedi o per permessi retribuiti orari o giornalieri?

Ferie e buoni pasto

Il lavoratore però può spendere i propri buoni pasti durante le vacanze. In passato esisteva l’obbligo di dover utilizzare il buono solamente nel corso della stessa giornata lavorativa, ma ad oggi si possono accumulare e utilizzare successivamente. Questo lascia il lavoratore più margine di gestione, l’unico vincolo è che possono essere utilizzati solo 8 per transazione.

Permessi retribuiti giornalieri e buoni pasto

Le ferie non solo il solo caso in cui non è possibile corrispondere dei buoni pasto. Ecco quando un dipendente non ha diritto al ticket pranzo defiscalizzato:

  • Giorni non lavorativi e festivi non lavorati;
  • Permessi retribuiti e non giornalieri;
  • Giornate di sciopero;
  • Permessi giornalieri con Legge 104;
  • Periodi di aspettativa;
  • Congedi per malattia o infortunio;
  • Maternità facoltativa.

Permessi retribuiti orari e buoni pasto

Coloro che usufruiscono solo di qualche ora di permesso, e non di una giornata intera, hanno comunque diritto a ricevere i buoni pasto. Questo solo nel caso in cui vengano lavorate almeno 6 ore.

Le ore di premesso retribuito o non fruite dal lavoratore non concorrono al completamento dell’orario minimo di lavoro previsto. Dunque, per ottenere un buono pasto il lavoratore non deve prendere ore di permesso che riducano il suo orario giornaliero a meno di sei ore.

Quando conviene scegliere la mensa diffusa e come funziona con i buoni pasto

Quando conviene scegliere la mensa diffusa e come funziona con i buoni pasto

Tutto ciò che devi sapere sul servizio di mensa aziendale diffusa: normativa fiscale, integrazione con i buoni pasti e tutti i vantaggi

La pausa pranzo, da sempre un momento fondamentale nella giornata di un lavoratore, ha subito nel tempo notevoli cambiamenti. Dalla mensa aziendale, che vedeva l’azienda mettere a disposizione un struttura dedicata all’interno della sede, si è passati all’indennità in busta paga fino ai buoni pasto e all’innovativo sistema della mensa diffusa.

Per mensa aziendale considerabile come “diffusa” si intende un sistema che permette all’azienda si erogare ai propri dipendenti un servizio di mensa tramite la convenzione con ristoranti e locali della zona. Attraverso un’app e un badge, o addirittura utilizzando dei buoni pasto specifici, è possibile acquistare dei pasti pronti e dunque usufruire di un servizio simile alla mensa aziendale, ma più conveniente per tutti.

Continua a leggere per saperne di più sulla mensa diffusa, sui buoni pasto e su altri servizi sostitutivi di mensa. Scopri tutta la normativa e qual è il servizio più conveniente per la tua impresa.

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Mensa diffusa: cos’è

La mensa diffusa è una rivisitazione della tradizionale mensa aziendale che si adatta alle necessità dei lavoratori e delle aziende contemporanee. Al posto di avere un luogo unico all’interno della proprietà aziendale, la mensa diffusa è costituita dalla rete di ristoranti, bar, tavole calde ecc, convenzionati. I lavoratori, attraverso l’utilizzo di un badge o di buoni pasto specifici, si recano da questi esercenti per consumare il proprio pasto giornaliero esattamente come se fossero in una mensa aziendale. Il costo finale verrà addebitato con una fattura unica a fine mese all’azienda stessa che potrà controllare e poi pagare i pasti consumati da tutti i propri dipendenti.

Attualmente ci sono vari fornitori sul mercato dei buoni per la mensa diffusa, tra tutti spicca il leader di mercato Edenred con i suoi buoni pasto Ticket Restaurant Canteen.

Come funzionano i buoni per la mensa locale o diffusa

Le aziende scelgono i giorni e gli orari in cui è possibile usufruire del servizio oltre che i menù di un valore predefinito tramite i fornitori del servizio di mensa diffusa e gli esercenti, simile a come avviene per le mense tradizionali. In questo modo i pasti sono accessibili a tutti tramite un card elettronica o dei buoni pasto speciali che permettono di riceverli secondo le modalità previste. Non dover erogare in prima persona il servizio di mensa toglie alle aziende la maggior parte delle responsabilità e delle incombenze e permette ai lavoratori di avere maggiore libertà di scelta

Per essere considerato mensa esclusivamente diffusa, e godere dei relativi sgravi fiscali, il servizio deve:

  • Consentire una sola prestazione giornaliera, non cumulabile e non rimandabile, effettuata durante un effettivo giorno lavorativo;
  • Essere erogato tramite un badge o un buono pasto che non rappresenta un titolo di credito, ma che è utilizzato solo per identificare il diritto alla fruizione del pasto.
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Normativa fiscale della mensa aziendale diffusa

Dal punto di vista fiscale la mensa che consideriamo diffusa è assimilabile alla mensa aziendale interna come esplicitato dalla circolare n. 327/97 del Ministero delle Finanze. Dunque, anche la mensa aziendale diffusa gode di una tassazione di favore e di alcuni sgravi fiscali per quanto riguarda l’IVA e le imposte.

L’importo, qualunque esso sia e che consiste solo esclusivamente dei pasti effettivamente consumati, non rientra nel reddito da lavoro dipendente. Per questo motivo è esente da contributi fiscali e previdenziali. Inoltre viene applicata l’aliquota al 4% che è totalmente detraibile per le aziende.

I vantaggi per aziende, dipendenti ed esercenti della mensa locale

I vantaggi di utilizzare un servizio di buoni pasto per la mensa diffusa sono molti sia per le aziende che per i lavoratori e gli esercenti. Vediamoli nel dettaglio.

Per le aziende:

  • Esentasse e deducibile a prescindere dall’importo;
  • Semplificazione amministrativa e fattura unica mensile;
  • Aliquota al 4%;
  • Miglioramento del benessere della forza lavoro.

Per i lavoratori:

  • Avere a disposizione un pasto al giorno esente da ritenute fiscali e previdenziali;
  • Possibilità di scelta tra vari esercizi commerciali;
  • Aumento della soddisfazione e del benessere.

Per gli esercenti:

  • Aumento della clientela e della visibilità del proprio locale;
  • Controllo degli incassi;
  • Gestione semplificata dei rimborsi.

Mensa per aziende diffusa, buoni pasto e mensa interna: quale conviene di più?

La mensa diffusa è uno dei tanti servizi sostitutivi di mensa che si possono trovare sul mercato. Infatti, oltre alla classica mensa aziendale interna, esistono anche l’indennità sostitutiva di mensa e i buoni pasto. Vediamo le differenze e scopriamo qual è la soluzione più conveniente per le imprese.

Rispetto all’indennità sostitutiva di mensa, che non è equiparabile a dei servizi offerti ed è tassata come reddito da lavoro dipendente, possiamo dire che non è molto conveniente. Nonostante molte imprese la scelgano in sostituzione della mensa interna e molti dipendenti la apprezzino in quanto è un valore aggiunto in busta paga, l’indennità non è fiscalmente la soluzione più favorevole in quanto non è esentasse.

A contrario, a livello normativo tra mensa per dipendenti diffusa e mensa interna non c’è differenza. L’aliquota è al 4% e non ci sono limiti di esenzione. Tuttavia, la mensa aziendale diffusa permette di risparmiare perché non ha costi fissi di organizzazione ed erogazione, è compatibile con lo smart working e garantisce maggiore libertà e flessibilità al dipendente.

Infine rispetto ai buoni pasto. La mensa aziendale diffusa ha il vantaggio di non avere limiti di esenzione, che per i buoni pasto è di 4 euro al giorno per dipendente per i buoni pasto cartacei e di 8 euro al giorno per dipendente per i buoni pasto elettronici. Tuttavia, i buoni pasto sono cumulabili e spendibili anche per fare la spesa.

Buoni pasto digitali: come funzionano e perché sceglierli

Buoni pasto digitali: come funzionano e perché sceglierli

Perché i buoni pasto digitali sono i più convenienti per aziende e dipendenti

I buoni pasto sono dei titoli di pagamento che vengono riconosciuti dalle aziende ai propri dipendenti o che vengono richiesti dai liberi professionisti per il loro business. I ticket restaurant sono tra i benefit aziendali più richiesti dai lavoratori e tra i più diffusi. Quando si parla di buoni pasto si pensa sempre al blocchetto di foglietti da presentare ai commercianti per pagare il proprio cibo, oppure alla tessera elettronica da utilizzare come un semplice bancomat. In realtà ne esiste un’altra versione: i buoni pasto digitali.

Continua a leggere per scoprire le differenze tra i buoni pasto digitali, elettronici e cartacei, perché i ticket restaurant digitali convengono alle aziende e i migliori fornitori.

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Buoni pasto cosa sono

I buoni pranzo rientrano nella categoria dei benefit aziendali. Quando erogati ai dipendenti o richiesti dai liberi professionisti possono essere utilizzati in tutti i negozi, supermercati e alimentari convenzionati per acquistare solamente pasti pronti, generi alimentari e bevande (clicca qui per saperne di più su cosa puoi acquistare con i buoni pasto).

Con l’evolversi del mercato ristorazione e food & beverage, alcuni siti eCommerce e di food delivery hanno iniziato ad accettare i buoni pasto come pagamento, come ad esempio JustEat.

Buoni pasto digitali, elettronici e cartacei

Ad oggi i buoni pasto esistono in tre versioni: cartacea, elettronica e digitale. Si è passati dal classico carnet con i vari buoni da strappare a più moderne tecnologie come le tessere elettroniche simili ai bancomat a una soluzione totalmente dematerializzata come i buoni pasto digitali.

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Buoni pasto cartacei

I buoni pasto cartacei sono stati la prima versione dei ticket ad essere messa in commercio. Si presentano come un carnet da cui i dipendenti possono staccare i vari ticket dal valore prestabilito e consegnarli agli esercenti come titolo di pagamento.

Nonostante ci siano ancora aziende che erogano i buoni pasto cartacei, questa tipologia sta piano piano andando in disuso. Recentemente, la Legge di Bilancio 2020 ha stabilito che il massimale di esenzione di questi ticket scendesse a 4€ al giorno per dipendente.

Un altro grande svantaggio dei buoni pasto cartacei è che, in caso di smarrimento, furto o danneggiamento, non possono essere recuperati.

Buoni pasto elettronici

Dopo i buoni cartacei sono arrivati sul mercato i buoni pasto elettronici. In questo caso ai dipendenti è consegnata una tessera elettronica con un chip molto simile, anche per il funzionamento, ad un bancomat. La tessera, su cui l’azienda carica l’importo mensile da erogare al dipendente in buoni pasto, viene utilizzata strisciandola nei POS abilitati.

Il massimale di esenzione, sempre secondo la normativa vigente, nel caso dei buoni pasto elettronici è di 8€ al giorno per dipendente.

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Buoni pasto digitali

Ultimamente però, in alternativa ai buoni cartacei ed elettronici, le aziende fornitrici hanno iniziato a proporre anche la versione totalmente smaterializzata dei ticket restaurant: i buoni pasto digitali. In questo caso il lavoratore gestisce i pagamenti e monitora saldo e scadenze direttamente da un’app apposita.

Buoni pasto digitali come funzionano: con i buoni pasto digitali l’accessibilità è massima e il rischio di smarrimento ridotto. In caso di furto i ticket possono essere immediatamente bloccati e, in alcuni casi, anche recuperati. Per le aziende ci sono tanti vantaggi: i costi di spedizione e distribuzione delle tessere o dei carnet sono azzerati.

Secondo la Legge di Bilancio del 2020 i buoni pasto digitali sono assimilabili a quelli elettronici, in virtù della loro tracciabilità e trasparenza, e dunque sono esentasse fino ad un massimo di 8€ al giorno per dipendente.

Perché scegliere i buoni pasto digitali o elettronici

Il massimale di esenzione più alto e la loro comodità rendono i buoni pasto digitali ed elettronici la scelta migliore per i business e per i dipendenti. Non solo aumenterà il potere d’acquisto ma si ridurranno gli sprechi e i costi di gestione.

I migliori fornitori di buoni pasto elettronici e digitali

Tra i migliori fornitori che erogano buoni pasto anche in versione digitale ed elettronica troviamo:

Utilizzare i buoni pasto: credito residuo, scadenza e cumulabilità

Utilizzare i buoni pasto: credito residuo, scadenza e cumulabilità

Come utilizzare i buoni pasto: come vedere il saldo, la scadenza e quanti si possono utilizzare contemporaneamente

I buoni pasto sono tra le soluzioni per la pausa pranzo dei dipendenti più utilizzata nel nostro paese grazie alla loro utilità e convenienza. Infatti, quando erogati come servizio sostitutivo di mensa dalle aziende godono di grandi vantaggi fiscali.

Vediamo in questo articolo quali sono le caratteristiche dei buoni pasto, i massimali di esenzione, se possono essere cumulabili per pagare la spesa e come capire quando scadono o il saldo rimasto.

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Buoni pasto cosa sono

I buoni pasti sono dei titoli di pagamento dal valore prestabilito. Permettono a dipendenti, liberi professionisti, dirigenti e amministratori di acquistare generi alimentari, bevande o pasti pronti in supermercati, bar, ristoranti, aziende agricole, tavole calde convenzionate.

Solitamente vengono erogati dalle aziende ai propri dipendenti come servizio sostitutivo di mensa perché, al contrario dell’indennità in busta paga, sono totalmente esentasse e 100% deducibili.

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Buoni pasto elettronici, digitali e cartacei

I ticket restaurant possono essere erogati in tre formati diversi:

Buoni Pasto Cartacei: si tratta di carnet composti da vari voucher di carta da strappare e consegnare fisicamente nei negozi in cui si acquistano i prodotti alimentari. In questo caso la normativa prevede che la soglia massima di esenzione sia 4€ al giorno per dipendente.

Buoni Pasto Elettronici: la versione elettronica è una tessera con microchip, simile ad una carta prepagata ricaricabile. Il valore complessivo dei buoni pasto da erogare al dipendente è caricato sulla tessera che poi verrà utilizzata dai dipendenti per pagare. La soglia di esenzione in questo caso è di 8€ al giorno per dipendente.

Buoni Pasto Digitali: tali buoni pasti necessitano dell’utilizzo di un’applicazione sullo smartphone per poter essere utilizzati. Il credito verrà caricato sul wallet online presente nell’area privata dell’app dedicata da cui è anche possibile pagare. Come per i buoni elettronici, anche per la versione digitale la soglia di esenzione è di 8€ al giorno per dipendente.

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Buoni pasti come funzionano

Quando un’azienda decide di erogare i buoni pasto ai propri dipendenti o un libero professionista decide di acquistarli per il proprio business basterà scegliere il fornitore di buoni pasto che più risponde alle proprie necessità e fare un ordine. Ogni società emettitrice ha le proprie direttive e condizioni di contratto diverse. Clicca qui per ricevere diversi preventivi dai migliori fornitori di buoni pasto.

Una volta fatto l’ordine è il fornitore che si occuperà di spedire i buoni pasto cartacei o la tessera elettronica all’azienda. L’unica cosa che resta da fare al reparto HR è la distribuzione dei ticket o delle carte ai dipendenti. Se invece sono stati scelti i buoni pasto digitali allora basterà far scaricare alle persone che ne hanno diritto l’applicazione e fornirgli le credenziali di accesso.

Una volta ricevuti, il dipendente o il libero professionista li potrà utilizzare per pagare in tutti gli esercenti convenzionati con quel particolare brand di buoni pasto.

Come vedere il saldo o il credito residuo dei propri buoni pasto

A seconda della tipologia di buoni pasto che si hanno, ci sono diversi modi per controllare quanti buoni pasto si hanno ancora a disposizione per il mese corrente e dunque il credito residuo.

Per i buoni pasto cartacei basterà contare il numero di buoni rimasti nel carnet e moltiplicarlo per il valore nominale di un singolo buono.

Per i buoni pasto elettronici o digitali invece è necessario scaricare l’app, entrare nella propria area privata e controllare alla voce saldo o credito residuo. A seconda dei fornitori la procedura può essere leggermente diversa, ad esempio alcuni hanno il saldo direttamente nella home.

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Come vedere la scadenza dei propri ticket restaurant

I buoni pasto hanno una scadenza e sono utilizzabili solamente entro quella data. Esistono delle procedure per il rimborso dei ticket scaduti o per la sostituzione ma sono laboriose e spesso inconcludenti. Sono i lavoratori stessi che devono controllare la data di scadenza e premurarsi di utilizzarne il credito prima che scada.

Come per il saldo, le modalità per conoscere la scadenza dei buoni pasto saranno diverse a seconda della tipologia di ticket che si hanno.

Nei buoni cartacei, la data di scadenza la si può trovare, in formato mese-anno, in alto a sinistra. Mentre, per i buoni elettronici e digitali, la data di scadenza è visibile dall’app del fornitore entrando nella propria area dedicata.

Cumulabilità buoni pranzo elettronici e cartacei

Un’altra domanda che spesso si fanno i possessori di buoni pasto è se sono accumulabili e cumulabili. Partiamo col dire che i ticket restaurant sono accumulabili, nel senso che si possono mettere da parte più buoni, basta prestare attenzione alla scadenza.

Per quanto riguarda invece la cumulabilità, i buoni possono essere spesi contemporaneamente solo fino ad un massimo di 8. Con l’entrata in vigore del Decreto ministeriale del 7 giugno 2017 n. 122 (lettera d del comma 1 dell’articolo 4) è stato abilitato l’utilizzo cumulativo di 8 buoni per transazione.

Nei buoni cartacei, la data di scadenza la si può trovare, in formato mese-anno, in alto a sinistra. Mentre, per i buoni elettronici e digitali, la data di scadenza è visibile dall’app del fornitore entrando nella propria area dedicata.

La cumulabilità dei buoni pasto non interferisce con gli sgravi fiscali previsti per questo benefit aziendale in quanto riguardano l’erogazione dei buoni da parte dell’azienda e non l’utilizzo vero e proprio del ticket.

Buoni pasto obbligatori e mensa aziendale obbligatoria: cosa dice la normativa in merito

Buoni pasto obbligatori e mensa aziendale obbligatoria: cosa dice la normativa in merito

Mensa aziendale, buoni pasto obbligatori e indennità sostitutiva di mensa: tutta la normativa

La mensa aziendale o soluzioni come i buoni pasto e l’indennità sostitutiva di mensa sono dei servizi che le aziende mettono a disposizione dei propri dipendenti. Ciò per riequilibrare il loro work-life balance, fidelizzarli e migliorare la propria immagine aziendale. Secondo la legge la sono la mensa aziendale o i buoni pasto obbligatori? In breve la risposta è no, ma ci sono delle eccezioni.

Continua a leggere per scoprire tutta la normativa sui buoni pasto obbligatori per legge, della mensa aziendale e dell’indennità sostitutiva di mensa.

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Mensa aziendale obbligatoria o indennità sostitutiva di mensa?

La mensa in azienda è un servizio estremamente apprezzato dai dipendenti perché permette di consumare pasti caldi direttamente nella loro sede. La mensa aziendale però non è un servizio obbligatorio. I datori di lavoro non sono vincolati ad erogare soluzioni appositamente pensate per il consumo di cibo in azienda.

Stando alle leggi attualmente in vigore, la mensa aziendale non va garantita obbligatoriamente in nessun tipo di azienda. Il servizio è erogato solamente su base volontaria. Ciò che però è obbligatorio per i datori di lavoro sono:

  • Una pausa pranzo, la cui durata è stabilita all’interno dei CCNL 2022 di riferimento, in cui i dipendenti possono consumare dei pasti staccando dall’attività lavorativa.
  • Per le aziende con più di 30 dipendenti, un’area break ben illuminata, areata e riscaldata dove siano presenti sedie e tavoli. L’area deve essere a beneficio di tutti i lavoratori e attrezzata adeguatamente per permettere di consumare un pasto in comodità.
Anche per l’indennità sostitutiva di mensa, cioè un indennizzo inserito nelle buste paghe dei lavoratori, non vige nessun obbligo di erogazione. Ma come funziona per i ticket restaurant? I buoni pasto sono obbligatori? quando spettano i buoni pasto?
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Quando sono obbligatori i buoni pasto?

Come per l’indennità sostitutiva di mensa, anche per i buoni pasto non esiste nessuna legge che obbliga i datori di lavoro ad erogarli ai propri dipendenti. Solo se questi vengono previsti dai CCNL di riferimento o da accordi individuali allora possiamo parlare di obbligo.

Nel caso in cui la distribuzione dei buoni pasto sia prescritta dai contratti collettivi o individuali, ogni azienda e dipendente potrà trovare al loro interno tutte le specifiche. Si potranno trovare tutte le informazioni riguardanti a chi spetta il buono pasto, l’orario minimo per poterli ricevere, il valore del buono da corrispondere ecc.

A chi spettano i buoni pasto?

Sia nel caso che i buoni pasti siano obbligatori sia che vengano erogati su base volontaria, questi ticket pranzo vanno erogati a tutti o almeno a categorie omogenee di lavoratori. Inoltre, la normativa buoni pasto, cioè il Decreto 122 del 2017, stabilisce che i ticket restaurant possono essere erogati a tutti coloro che lavorano in modo subordinato, come i dipendenti, o che intrattengono con l’azienda un rapporto di collaborazione non subordinata, come collaboratori esterni, amministratori o soci.

Ciò significa che l’erogazione buoni pasto spetta a prescindere dalla tipologia di contratto, anche i dipendenti part time, tempo determinato, tempo indeterminato, turnisti, apprendisti e stagisti. A tutte queste figure spetta un buono pasto per ogni giornata effettivamente lavorata. Sono escluse dal conteggio buoni pasto mensile tutti i giorni festivi, in malattia, in permesso tutta la giornata (anche nel caso in cui un dipendente che usufruisce della legge 104), in ferie, in congedo, in sciopero, in cassa integrazione ecc. Per saperne di più clicca qui.
Nel caso in cui l’azienda decida comunque di:

  • Corrisponderli ai lavoratori anche nelle giornate in cui non gli spettano;
  • Corrispondere più di un buono al giorno;
  • Corrispondere un buono pasto di un valore facciale maggiore dei limiti di esenzione consentiti

allora l’eccedenza o l’importo concorreranno alla formazione di reddito da lavoro dipendente.

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Buoni pasto obbligatori e smartworking

Come per i colleghi che lavorano in presenza, le persone in smart working hanno lo stesso diritto a ricevere i buoni pasto. Ciò è stato stabilito nell’art. 20 della legge n.81 del 22 maggio 2017 e ribadito anche con l’avvento della pandemia nel 2020 che ha costretto molte persone a lavorare da casa.

Obbligo buoni pasto e smart working: non esiste alcun vincolo che obblighi i datori di lavoro ad erogarli lo stesso. Un’azienda potrebbe decidere di erogarli sono nelle giornate effettivamente svolte in ufficio e ciò non risulterebbe essere contro la legge. In ogni caso è sempre bene controllare il proprio CCNL di riferimento o il proprio contratto individuale; in ultima analisi sono questi documenti che legiferano sull’erogazione dei buoni pasto.