Dove e cosa si può acquistare con i buoni pasto

Dove e cosa si può acquistare con i buoni pasto

Quali prodotti si possono comprare con i ticket restaurant al supermercato o al bar?

Quando le aziende non hanno una mensa interna possono decidere si erogare un’indennità sostitutiva di mensa oppure i buoni pasto. Nonostante queste due misure abbiano lo stesso scopo, i buoni pasti sono esentasse e 100% deducibili al contrario dell’indennità in busta paga.

Per questi motivi sono la soluzione più conveniente per le aziende e tra i benefit più desiderati dai lavoratori dipendenti.

Ma cosa si può acquistare con un buono pasto? Dove sono accettati? Quanti se ne possono usare contemporaneamente? Queste sono solo alcune delle domande a cui risponderemo nei prossimi paragrafi. Continua a leggere per saperne di più.

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Buoni pasto: una panoramica

I buoni spesa sono dei titoli di acquisto che le aziende erogano ai propri dipendenti (o che i liberi professionisti e le ditte individuali prendono per se stessi). Possono essere cartacei, elettronici o digitali e possono essere utilizzati per pasti pronti o generi alimentari. I ticket pasti:

  • Sono incedibili: non possono essere regalati o venduti a terzi.
  • Sono cumulativi: possono essere utilizzati, nella stessa transazione, 8 buoni.
  • Non sono convertibili in denaro.
  • Non danno diritto al resto: se l’importo dei prodotti acquistati è minore del buono mensa stesso non si avrà il resto.
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Buoni pasto dove spenderli per fare la spesa

I buoni pasti possono essere utilizzati in tutti gli esercizi convenzionati in cui vengono somministrati generi alimentari tra cui: bar, ristoranti, tavole calde, mense, alimentari, ittiturismi, macellerie, agriturismi, rosticcerie, gastronomie, pasticcierie, chioschi, spacci alimentari, imprese agricole e molto altro.

Tuttavia, non tutti gli esercenti accetto i buoni pasto come titolo di pagamento. Ogni società che emette i propri buoni ha una rete di esercenti convenzionati specifica. Per controllare dove sono accettati i buoni pasto in proprio possesso è necessario chiedere direttamente alla società emettitrice oppure al negozio dove si vogliono spendere. Solitamente all’ingresso del locale sono presenti degli adesivi che indicano il tipo di buono pranzo accettato.

I ticket pranzo cartacei, essendo dei voucher, possono essere staccati dal carnet e presentati direttamente in cassa, mentre i buoni pasto elettronici, per essere validati, devono per forza essere passati in un POS unico specifico per ogni ticket fornito dalla stessa società emettitrice.

Spendere buoni pasto online

La spesa online e il food delivery sono delle pratiche sempre più diffuse tra le persone e per questo in tanti si chiedono se è possibile spendere i propri buoni pasto online.

Come per gli acquisti nei negozi fisici, ogni catena ed esercente ha la propria policy in materia di ticket buoni pasto. Tendenzialmente se il negozio è solo online allora permetterà il loro utilizzo, ma se il negozio ha anche punti vendita fisici allora probabilmente non li accetterà come metodo di pagamento.

Per quanto riguarda le app di food delivery come Just Eat, Deliveroo, Foodora o Glovo, bisogna precisare che solo Just Eat permette il pagamento con i ticket aziendali. Questo perché Just Eat è una piattaforma che si occupa solamente di mettere in contatto cliente e ristorante; il pagamento e la consegna sono a carico del ristorante stesso e perciò possono accettare i buoni come pagamento. Delivero, Glovo e Foodora invece sono veri e propri servizi di delivery e quindi non sono abilitati ad accettare i buoni mensa.

Buoni pasto cosa posso comprare

I buoni pasto, i voucher che le aziende erogano ai dipendenti come benefit, non sono la stessa cosa dei buoni spesa. Al contrario dei buoni spesa, che permettono di acquistare qualunque tipo di prodotto, i buoni pasto permettono l’acquisto solamente di generi alimentari, pasti pronti e bevande.

Prodotti acquistabili: pane, frutta, verdura, pasta, pesce, carne, legumi, bibite, uova, latticini, formaggi, snack, pasti congelati, pasti pronti, prodotti di gastronomia, acqua e altri generi alimentari.

Prodotti non acquistabili: bevande alcoliche, prodotti per la casa, utensili, detersivi, dolciumi e tutti ciò che non rientra nei generi alimentari.

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Buoni pasto normativa fiscale 2022

Come è cambiata la normativa fiscale per i ticket restaurant nel 2022? In breve, non è cambiata. I ticket restaurant, come gli altri anni, sono assimilabili ad un servizio sostitutivo di mensa. Al contrario dell’indennità di mensa però, i buoni pasto sono deducibili al fine delle imposte IRPEF, IRES e IRAP.

I massimali di esenzione sono rimasti gli stessi:

  • 4€ al giorno per lavoratore in caso di buoni cartacei;
  • 8€ al giorno per lavoratore in caso di buoni elettronici e digitali.
Anche per quanto riguarda le norme di deducibilità per aziende, liberi professionisti e ditte individuali è rimasto tutto uguale:

Buoni pasto o buoni spesa: qual è il benefit migliore?

Buoni pasto o buoni spesa: qual è il benefit migliore?

Quale benefit aziendale è il migliore per incentivare la forza lavoro

Negli ultimi anni si è notata una crescente attenzione verso politiche di welfare aziendale e sistemi di erogazione benefit aziendali. Sempre più datori di lavoro hanno realizzato che incentivare i dipendenti e premiarli significa aumentare la loro motivazione, la loro soddisfazione e in ultima analisi le loro prestazioni.

Esistono vari strumenti e modalità per raggiungere questi obiettivi tra cui i buoni pasto e i buoni spesa. Nei prossimi paragrafi vedremo quali sono le differenze tra questi benefit, la normativa fiscale di entrambi e tutti i vantaggi per imprese e dipendenti.

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Che cosa sono i buoni pasto e i buoni spesa per i dipendenti?

Buoni pasto e buoni spesa sono i due benefit più diffusi nelle aziende; la loro flessibilità e utilità nel migliorare il work-life balance li rendono anche i più desiderati dai dipendenti e dalle loro famiglie.

Tuttavia si tratta di due benefit diversi: se è vero che fanno entrambi parte di agevolazioni accessorie alla retribuzione, è anche vero che sono diversi sia dal punto di vista legislativo sia dal punto di vista fiscale.

Vediamo nel dettaglio cosa sono, come funzionano e la normativa fiscale di questi due benefit.

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Buoni pasto

I buoni pasto sono dei titoli di pagamento dal valore prestabilito che fungono da servizio sostitutivo di mensa. Le aziende li erogano ai propri dipendenti per acquistare pasti pronti, bevande (tranne l’aclool) e generi alimentari in tutti i negozi convenzionati con la marca del buono erogato. Tendenzialmente sono accettati da ristoranti, bar, supermercati, tavole calde e altri esercenti che somministrano cibo e bevande.

Buoni pasto a chi spettano: i buoni pasti sono erogabili a lavoratori con contratto indeterminato, determinato, full time o part time ed anche a collaboratori. Alcune eccezioni e normative particolari riguardano stagisti e apprendisti, soci, lavoratori in congedo parentale, maternità o paternità e lavoratori in smart working.

I dipendenti che li usano devono ricordare che i buoni hanno una scadenza (cosa fare in caso di buoni pasto scaduti? Clicca qui), che non sono cedibili, commercializzabili o convertibili in denaro, e che si possono utilizzare solo fino a 8 per transazione.
Al contrario dell’indennità in busta paga, i buoni pasto godono di una tassazione di favore e sono considerati flexible benefit, cioè un’integrazione alla retribuzione. Le normative che regolano tali benefit sono:

  • Decreto n°122 del 7 giugno 17;
  • Articolo 51 del TUIR;
  • CCNL di riferimento;
  • Accordi sindacali e aziendali.

I buoni pasto sono quindi, secondo normativa vigente, sono esenti da oneri fiscali e previdenziali entro i seguenti massimali:

  • 4,00€ al giorno per dipendente in caso di buoni cartacei;
  • 8,00€ al giorno per dipendente in caso di buoni elettronici o digitali.

Inoltre i ticket restaurant sono 100% deducibili per aziende con l’IVA agevolata al 4%, mentre per liberi professionisti e ditte individuali l’IVA è al 10% ed è prevista la deducibilità delle spese fino al 75% per un importo non superiore al 2% del proprio fatturato nel periodo d’imposta.

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Buoni spesa

I buoni spesa, altrimenti chiamati buoni regalo, buoni acquisto o anche buoni shopping, sono dei titoli di acquisto di importo variabile con cui i dipendenti possono acquistare beni e servizi di varia natura presso gli esercenti convenzionati con il fornitore che eroga i buoni.

Questo benefit rientra, al contrario dei buoni pasto, nei fringe benefit ed è dunque propriamente welfare aziendale. Ricordiamo però che i buoni spesa non devono essere per forza erogati all’interno di un piano welfare strutturato ma possono anche essere erogati come premio di risultato una tantum.

Rispetto ai buoni pasto, i buoni spesa sono soggetti a meno restrizioni in materia di spendibilità. In questo caso ciò che può essere acquistato non si limita ai generi alimentari, ma si estende anche a prodotti per la casa, per la cura della persona, vestiti, giochi per bambini ecc…

Come dicevamo, i buoni shopping rientrano nella categoria dei fringe benefit e non dei flexible benefit (clicca qui per scoprire la differenza) e dunque hanno una normativa fiscale diversa dai buoni pasto. Vediamola nel dettaglio.

I fringe benefit sono agevolazioni soggette ad una deducibilità limitata. Secondo l’articolo 51, comma 3 del TUIR prevede che i fringe benefit siano deducibili fino a 258,23€ all’anno per dipendente. Il limite di esenzione era stato raddoppiato a 516,46€ nel 2020 e riconfermato nel 2021, ma nel 2022 è stato fatto tornare al suo valore standard. Ricordiamo che la cifra massima di esenzione si riferisce al totale dei fringe benefit erogati e non solo ai buoni shopping o buoni spesa.

Perché premiare i dipendenti con i benefit aziendali

Implementare in azienda un piano di welfare aziendale o erogare i buoni pasto ha molti vantaggi per i dipendenti quanti per l’impresa. Molti studi affermano che motivare la propria forza lavoro con dei benefit si ripercuote positivamente su tutto il business. Alcuni dei benefici riscontrabili sono:

  • Aumento della produttività e miglioramento delle performance dei dipendenti;
  • Miglioramento dell’immagine aziendale;
  • Ridurre il cuneo fiscale e aumento del potere d’acquisto dei lavoratori;
  • Accontentare tutte le categorie dai più giovani ai senior.
  • Risparmio sulle tasse;
  • Facilità di acquisto e di erogazione.

Quanti buoni pasto si possono cumulare per pagare la spesa?

Quanti buoni pasto si possono cumulare per pagare la spesa?

I buoni pasto sono cumulabili ma quanti se ne possono usare contemporaneamente?

I buoni pasto sono dei ticket che fungono da servizio sostitutivo di mensa. La loro erogazione da parte dell’azienda non è obbligatoria ma molte realtà scelgono di corrisponderlo volontariamente come benefit.

Esistono varie tipologie di buoni (buoni cartacei, buoni elettronici e buoni digitali) che un’azienda può scegliere ed erogare ai propri dipendenti per acquistare pasti pronti o per fare la spesa.

Chi li usa può cumulare i buoni pasto per raggiungere la cifra necessaria per pagare i generi alimentari o i servizi di ristoro. Non ci sono norme che vietano l’utilizzo di più buoni in contemporanea, ma ci sono dei limiti. La legge infatti prevede un massimo di 8 buoni pasto utilizzabili nello stesso momento.

Nei prossimi paragrafi vedremo meglio la normativa che regola la cumulabilità dei buoni pasto e i massimali di esenzione.

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Buoni pasto come funzionano?

Il buono pasto è un ticket che permette ai lavoratori di acquistare generi alimentari. Tale benefit aziendale ha il fine di conciliare il tempo lavorato con il tempo speso per la preparazione e per la consumazione dei pasti principali. Infatti, il ticket restaurant è a tutti gli effetti un servizio sostitutivo di mensa che ha, sia per aziende che per dipendenti, innumerevoli vantaggi fiscali

Il ticket pasto è nominale, non cedibile a terzi e utilizzabile solo entro la data di scadenza. Esiste la possibilità di recuperare i buoni pasto scaduti ma ciò richiede una procedura specifica. Leggi qui per scoprire di più sui buoni pasto in scadenza.

I buoni si possono accumulare?

I buoni pasti sono accumulabili, nel senso che si possono mettere da parte più buoni. Non c’è un limite a voucher si possono accumulare, basta utilizzarli prima della scadenza.

Un altro discorso è la cumulazione dei ticket pasti, cioè il poter utilizzare più ticket nello stesso momento. Nonostante ciò si possa fare, esiste un limite alla cumulabilità dei buoni. Vediamo la normativa buoni pasto nel prossimo paragrafo.

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Ticket elettronici cumulabili: quanti ticket si possono utilizzare in una volta sola?

Prima del 2017 i ticket buoni pasto non erano cumulabili e si poteva utilizzare un solo ticket pranzo per transazione. In caso ci fosse stata un’eccedenza, il dipendente avrebbe dovuto integrare con il proprio denaro.

Con l’uscita del decreto ministeriale 7 giugno 2017 n. 122 (lettera d del comma 1 dell’articolo 4), è stata abilitata la cumulabilità dei buoni pasto fino al massimo di 8 per transazione. Come si legge nel decreto 112/17: “il buono pasto non è cedibile, né cumulabile oltre il limite di 8 buoni, né commercializzabile o convertibile in denaro, può essere utilizzato solo se datato e sottoscritto dal titolare”.

La normativa sull’utilizzo di più buoni contemporaneamente e il relativo trattamento fiscale sono stati chiariti successivamente dall’Agenzia delle Entrate nel 2019.

Il divieto di cumulo oltre gli 8 buoni non incide sulla defiscalizzazione e sulla deducibilità dei ticket. I massimali di esenzione riguardano solo l’erogazione dei ticket da parte dell’azienda ai lavoratori.

A prescindere dal numero di buoni utilizzati in una sola transazione, questi saranno deducibili come stabilito dall’articolo 51 del TUIR. Il datore di lavoro non si deve occupare del numero di buoni che un dipendente presenta in cassa. Sarà l’esercente che vigilerà sul corretto uso dei buoni pasto. Clicca qui per scoprire pro e contro per gli esercenti convenzionati.

Il datore di lavoro deve però verificare il valore buoni pasto nominale che eroga, in quanto erogare un valore nominale superiore ai limiti di esenzione previsti significa dover pagare le tasse sull’eccesso. Ma quali sono i massimali di esenzione del buono pranzo? Vediamolo nel prossimo paragrafo.
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Normativa buoni pasto: limiti di esenzione

Il buono pasto è un benefit aziendale e perciò gode di una normativa fiscale di favore. Fiscalmente parlando, il dipendente o il collaboratore che riceve i buoni pasto non è soggetto a tassazione Irpef o a contribuzione Insp.

L’azienda inoltre può dedurre l’intero costo ai fini Irap, Ires e Irpef e di detrarre al 100% l’IVA. Tutto ciò perché il valore dei buoni pasti, quando rispetta determinati limiti, non è considerabile reddito da lavoro dipendente.

Ma quali sono i limiti di esenzione entro cui i buoni sono defiscalizzabili e non soggetti a tassazione? Ciò dipendente dalla tipologia di buono erogato. Vediamole tutte nel dettaglio:

  • Buono Pasto Cartaceo: il buono pasto in versione cartacea si presenta come un biglietto all’interno di un carnet. Per pagare basta presentarlo agli esercenti al posto dei contanti o della carta di credito. Tale versione è soggetta a sgravi fiscali entro 4€ al giorno per dipendente.
  • Buono Pasto Elettronico: in questo caso il dipendente riceverà una scheda simile ad un bancomat che utilizzerà per pagare all’esercente convenzionato. Tale versione è soggetta a sgravi fiscali entro 8€ al giorno per dipendente.
  • Buono Pasto Digitale: la versione full digital si presenta con un’app dove l’azienda carica l’importo dovuto e da cui il dipendente può pagare. Tale versione è assimilata a quella elettronica è quindi è soggetta a sgravi fiscali entro 8€ al giorno per dipendente.

Buoni pasto part time: quando si ha diritto ai buoni pasto?

Buoni pasto part time: quando si ha diritto ai buoni pasto?

Si ha diritto ai buoni pasto se si è dipendenti part time: come funziona la normativa

I buoni pasto sono il benefit aziendale più diffuso in Italia. Circa 2.6 milioni di lavoratori li utilizza. Il buono pasto è un ticket cumulabile (fino a 8 al giorno) e defiscalizzato che permette a chi lo riceve di acquistare generi alimentari e pasti pronti. Erogare questo benefit per le aziende significa aiutare concretamente i propri dipendenti a riequilibrare il loro work-life balance.
Ma i buoni pasto spettano a tutti i dipendenti? In questo articolo esploreremo nel dettaglio la relazione buoni pasto part time: cioè se i buoni pasto possono essere corrisposti anche ai lavoratori con un orario part time.

Per sapere tutta la buoni pasto normativa leggi qui.

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Buoni pasto come funzionano

Il ticket pasto rientra nella categoria dei benefit aziendali ed è, a pieno titolo, un’agevolazione di carattere assistenziale. Ciò perché aiuta il dipendente che lo riceve a conciliare la vita lavorativa con le esigenze quotidiane come l’alimentazione. I buoni pasto sono un ottimo benefit da erogare perché aiutano a garantire un buon livello di benessere psico-fisico del lavoratore. Dei lavoratori meno stressati avranno performace migliori e questo è solo uno dei motivi per cui ogni azienda dovrebbe corrispondere alla propria forza lavoro i ticket pasto. Clicca qui per saperne di più.

A chi spettano i buoni pasto

I buoni pasto spettano a tutti i lavoratori subordinati e ai lavoratori non subordinati come, ad esempio, i collaboratori esterni. I possessori di P.IVA possono acquistare i buoni pasto per la propria attività ma solo in caso siano a regime ordinario. Per tutta la normativa buoni pasto e P.IVA leggi qui.

Un’azienda per erogare ai propri dipendenti i buoni pasto elettronici, cartacei o digitali deve tenere a mente solo due vincoli:

  • I lavoratori a cui si vogliono corrispondere i buoni pasti devono avere un contratto;
  • I buoni pasti devono essere corrisposti a tutti i lavoratori o in alternativa a categorie omogenee.

 Ciò ovviamente non significa che l’azienda sia obbligata ad erogarli. Ricordiamo che l’erogazione dei buoni pasto, a meno che non sia vincolata da un accordo individuale, sindacale o collettivo, è su base volontaria.

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Buoni pasto part time: contratto part time e buoni pasto

Buoni pasto part time: non esiste nessuna limitazione per cui i buoni pasto non possano essere erogati anche ai dipendenti part time. Il diritto ai buoni pasto vincolato dalla presenza di un contratto e dalla sua erogazione a categorie omogenee. Nello specifico poi è vincolato alla pausa pranzo, cioè ad un intervallo non lavorato e tutti coloro assunto con contratto part time, essendo di minimo 6 ore giornaliere, ne ha diritto.

Dunque, tutti coloro assunti in part-time che hanno almeno una pausa compresa nel loro contratto o che non riescono a tornare alla propria abitazione per gli orari dei pasti principali hanno diritto ai buoni pasto.

Buoni pasto part time: part time 6 ore buoni pasto

Non sussiste nessuna incompatibilità tra buono pasto e part time. Anche chi lavora solo mezza giornata ha la possibilità di ricevere i buoni pasto e generalmente non esiste un orario minimo per avere diritto ai ticket restaurant. L’unica fonte da controllare è il CCNL di riferimento. In alcuni casi, infatti, i buoni pasto hanno un orario minimo che può variare dalle 8 alle 6 ore giornaliere.

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Buono pasto: quando non spetta questo benefit

Non tutti però hanno diritto ai buoni pasto. Ecco a chi non spettano i buoni pasto:

  • Lavoratori in cassa integrazione;
  • Lavoratori in ferie o con permesso che dura tutta la giornata (che se si è in possesso della 104);
  • Lavoratori in malattia;
  • Lavoratori in sciopero;
  • Lavoratori in aspettativa.

Nel momento in cui la persona non assolve la sua “giornata lavorativa” allora il benefit buono pasto perde la sua funzione assistenzialistica e dunque non può essere corrisposto. Se l’azienda decide comunque di erogarlo anche nei suddetti casi allora, il costo dei buoni pasto sostenuto dall’azienda concorrerà interamente alla formazione di reddito da lavoro dipendente.

Guida alla pausa pranzo: dove accettano i buoni pasto?

Guida alla pausa pranzo: dove accettano i buoni pasto?

FAQ buoni pasto: quali sono i supermercati che accettano i buoni pasto? A chi spettano i ticket restaurant?

I buoni pasto sono dei voucher per la pausa pranzo che le aziende erogano ai propri dipendenti. In caso non sia presente una mensa aziendale e l’impresa non eroghi un’indennità di mensa, una soluzione defiscalizzata e comunque apprezzata dai dipendenti sono i buoni pasto. Anche i possessori di P.IVA e i titolari di ditte individuali li possono acquistare per se stessi. Nonostante i ticket pasto siano ad oggi molto diffusi rimangono delle questioni in sospeso: chi ha diritto ai buoni pasto? Dove accettano i buoni pasto che ho ricevuto? Qual è la normativa fiscale?

In questo articolo cercheremo di rispondere a tutte queste domande e fare chiarezza sui supermercati che accettano i buoni pasto.

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Cosa sono e come funzionano i buoni pasto

Dunque i buoni pasto sono dei benefit aggiuntivi che l’azienda può erogare volontariamente o obbligatoriamente se sono presenti nel CCNL di riferimento o sono inseriti in contrattazioni aziendali. I dipendenti che ricevono tali voucher li possono spendere presso tutta una serie di negozi ed esercenti convenzionati. Dove accettano i buoni pasto? Nei prossimi paragrafi lo scopriremo.

I ticket restaurant, altro nome comune con cui vengono appellati i buoni pranzo, esistono in tre formati:

Buoni pasto elettronici: si presentano sotto forma di bancomat. L’azienda ricarica la carta prepagata con l’importo dovuto e il lavoratore la usa comodamente dei pos abilitati.

Buoni pasto cartacei: I buoni cartacei sono invece un blocchetto di ticket da strappare e consegnare in cassa al momento del pagamento.

Buoni pasto digitali: l’ultima, e più nuova, modalità di erogazione dei buoni pasto è quella totalmente digitale. In questo caso l’utilizzatore riceverà il corrispettivo dei buoni nell’app da cui potrà anche pagare.

Come si usano i ticket per pagare dove accettano i buoni pasto?

A prescindere dalla versione con cui vengono erogati i ticket restaurant, più buoni possono essere utilizzati per pagare il costo della spesa o del pasto che si acquista. La normativa buoni pasto prevede la possibilità di cumulare fino a 8 ticket per pagamento.

In caso il costo che si deve sostenere sia minore, il resto non può essere erogato in denaro. In caso invece il costo sia maggiore del cumulo di ticket utilizzati è possibile integrare con il denaro.

I ticket pranzo non possono:

  • Essere ceduti;
  • Essere commercializzati;
  • Essere convertiti in denaro;
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A chi spettano i buoni pasto?

Buoni pasto normativa a chi spettano: i buoni pasto sono un benefit aziendale molto richiesto e apprezzato oltre che utile al fine del work-life balance. Attualmente però non esiste una normativa nazionale che imponga alle aziende di erogare questo bonus. Come sapere se si ha diritto ai buoni? Ecco una guida:

Il datore di lavoro è obbligato ad erogare i buoni pasto se tale predisposizione è scritta nel CCNL di riferimento (dove verrà esplicitata anche la modalità di erogazione e le quantità previste) o se è scritta nel contratto di assunzione. Se dei buoni pasto non se ne fa menzione in nessuno di questi due contratti allora il datore di lavoro non è obbligato a erogali.

Anche nei casi in cui i buoni sono un benefit obbligatorio ci sono delle regole su a chi spettano i buoni pasto. Ecco chi può riceverli:

  • Dipendenti full time e anche part time se l’orario di lavoro comprende le pause che coincidono con i pasti principali;
  • Collaboratori esterni che collaborano con l’azienda;
  • Madri e padri rispettivamente in maternità e paternità obbligatoria. Non vengono previsti invece per il congedo parentale facoltativo. Leggi qui per tutta la normativa sui buoni pasto in congedo parentale, maternità e paternità.

Normativa ticket restaurant: i vantaggi per imprese e dipendenti

I buoni per la pausa pranzo non costituiscono reddito da lavoro dipendente e per tale motivo sono esenti da tassazione, dall’imposta IRPEF e dai contributi previdenziali.

Buoni pasto come funziona per l’azienda o per i liberi professionisti che acquistano i buoni pasto. Ecco le normative fiscali:

  • Aziende: IVA al 4% e deducibilità del 100%.
  • IVA e Ditte individuali: IVA al 10% e deducibilità al 75% sulle spese effettuate fino al 2% del fatturato annuale.

Per saperne di più leggi “normativa buoni pasto”.

Dove accettano i buoni pasto?

I buoni pasto sono dei voucher con cui si possono acquistare solo generi alimentari e pasti pronti. La loro natura di benefit aziendale è specificatamente pensata per aiutare i lavoratori a migliorare la qualità delle loro pause pranzo o cena.

Dunque dove accettano i buoni pasto e dove si possono spendere? Principalmente in queste categorie di esercenti:

 

  • Supermercati;
  • Tavole calde;
  • Negozi di alimentari;
  • Mercati contadini;
  • Pescherie;
  • Macellerie;
  • Aziende agricole;
  • Gastronomie;
  • Bar;
  • Ristoranti;
  • Agriturismi;

Detto ciò, non tutti i negozi accettano i buoni pasto o le stesse marche di buoni. La migliore regola per capire dove accettano i buoni pasto è chiamare direttamente l’esercente a cui siamo interessati. Usualmente inoltre gli esercenti applicano all’ingresso del loro negozio gli adesivi dei marchi dei buoni pasto che accettano. Anche questo è un buon modo per scoprire chi è convenzionato nella propria zona.  Infine ultimo modo per capire dove accettano i buoni pasto è quello di informarsi direttamente dalle aziende che li emettono. Non tutti però offrono queste informazioni online.

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Buoni pasto più accettati: quale fornitore scegliere?

Non tutti i fornitori di buoni pasto sono convenzionati con gli stessi esercenti. Prima di acquistarli per i propri dipendenti è bene informarsi per erogare effettivamente un benefit utile. Per gli li riceve invece è necessario capire dove poterli spendere. Notiamo inoltre che, a seconda del formato con cui si acquistano (cartaceo, digitale o elettronico) la spendibilità sarà diversa.

Nei prossimi paragrafi faremo un elenco delle principali catene, supermercati e negozi convenzionati con i più famosi ticket pranzo.

Supermercati che accettano buoni pasto Edenred

Per i ticket restaurant, cioè i buoni pasto di Edenred, la spendibilità è veramente alta. Tra i supermercati convenzionati troviamo: Carrefour, Coop, Esselunga, Pam, Simply, Tigros, Ekom, Sisa, Cadoro, NaturaSì, Il Gigante, Crai, Picar, Puntoqui, Spesaup, Befrost e molti altri.

Quali supermercati accettano i buoni pasto Sodexo

I buoni Sodexo possono essere utilizzati praticamente ovunque. Alcuni dei brand convenzionati sono: A & O, Conad, Sisa, Simply Market, Tuodì, Coop, Caffefour, Unes e Tigros.

Day buoni pasto dove li accettano

I buoni pasto day sono accettati in oltre 110.00 negozi convenzionati in Italia. Tra questi troviamo: alcuni punti di Esselunga, Simply, Carrefour, Coop, Ipercoop, Auchan, Panorama ecc.

Dove spendere i buoni pasto elettronici Yes Ticket

Per i buoni pasto yes ticket, essendo un fornitore relativamente nuovo, non ci sono informazioni chiare in merito. Principalmente però anche questo fornitore è convenzionato con i più diffusi esercenti. Inoltre questa compagnia permette di richiedere semplicemente la convenzione di un esercente.