Buoni pasto obbligatori e mensa aziendale obbligatoria: cosa dice la normativa in merito

Buoni pasto obbligatori e mensa aziendale obbligatoria: cosa dice la normativa in merito

Mensa aziendale, buoni pasto obbligatori e indennità sostitutiva di mensa: tutta la normativa

La mensa aziendale o soluzioni come i buoni pasto e l’indennità sostitutiva di mensa sono dei servizi che le aziende mettono a disposizione dei propri dipendenti. Ciò per riequilibrare il loro work-life balance, fidelizzarli e migliorare la propria immagine aziendale. Secondo la legge la sono la mensa aziendale o i buoni pasto obbligatori? In breve la risposta è no, ma ci sono delle eccezioni.

Continua a leggere per scoprire tutta la normativa sui buoni pasto obbligatori per legge, della mensa aziendale e dell’indennità sostitutiva di mensa.

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Mensa aziendale obbligatoria o indennità sostitutiva di mensa?

La mensa in azienda è un servizio estremamente apprezzato dai dipendenti perché permette di consumare pasti caldi direttamente nella loro sede. La mensa aziendale però non è un servizio obbligatorio. I datori di lavoro non sono vincolati ad erogare soluzioni appositamente pensate per il consumo di cibo in azienda.

Stando alle leggi attualmente in vigore, la mensa aziendale non va garantita obbligatoriamente in nessun tipo di azienda. Il servizio è erogato solamente su base volontaria. Ciò che però è obbligatorio per i datori di lavoro sono:

  • Una pausa pranzo, la cui durata è stabilita all’interno dei CCNL 2022 di riferimento, in cui i dipendenti possono consumare dei pasti staccando dall’attività lavorativa.
  • Per le aziende con più di 30 dipendenti, un’area break ben illuminata, areata e riscaldata dove siano presenti sedie e tavoli. L’area deve essere a beneficio di tutti i lavoratori e attrezzata adeguatamente per permettere di consumare un pasto in comodità.
Anche per l’indennità sostitutiva di mensa, cioè un indennizzo inserito nelle buste paghe dei lavoratori, non vige nessun obbligo di erogazione. Ma come funziona per i ticket restaurant? I buoni pasto sono obbligatori? quando spettano i buoni pasto?
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Quando sono obbligatori i buoni pasto?

Come per l’indennità sostitutiva di mensa, anche per i buoni pasto non esiste nessuna legge che obbliga i datori di lavoro ad erogarli ai propri dipendenti. Solo se questi vengono previsti dai CCNL di riferimento o da accordi individuali allora possiamo parlare di obbligo.

Nel caso in cui la distribuzione dei buoni pasto sia prescritta dai contratti collettivi o individuali, ogni azienda e dipendente potrà trovare al loro interno tutte le specifiche. Si potranno trovare tutte le informazioni riguardanti a chi spetta il buono pasto, l’orario minimo per poterli ricevere, il valore del buono da corrispondere ecc.

A chi spettano i buoni pasto?

Sia nel caso che i buoni pasti siano obbligatori sia che vengano erogati su base volontaria, questi ticket pranzo vanno erogati a tutti o almeno a categorie omogenee di lavoratori. Inoltre, la normativa buoni pasto, cioè il Decreto 122 del 2017, stabilisce che i ticket restaurant possono essere erogati a tutti coloro che lavorano in modo subordinato, come i dipendenti, o che intrattengono con l’azienda un rapporto di collaborazione non subordinata, come collaboratori esterni, amministratori o soci.

Ciò significa che l’erogazione buoni pasto spetta a prescindere dalla tipologia di contratto, anche i dipendenti part time, tempo determinato, tempo indeterminato, turnisti, apprendisti e stagisti. A tutte queste figure spetta un buono pasto per ogni giornata effettivamente lavorata. Sono escluse dal conteggio buoni pasto mensile tutti i giorni festivi, in malattia, in permesso tutta la giornata (anche nel caso in cui un dipendente che usufruisce della legge 104), in ferie, in congedo, in sciopero, in cassa integrazione ecc. Per saperne di più clicca qui.
Nel caso in cui l’azienda decida comunque di:

  • Corrisponderli ai lavoratori anche nelle giornate in cui non gli spettano;
  • Corrispondere più di un buono al giorno;
  • Corrispondere un buono pasto di un valore facciale maggiore dei limiti di esenzione consentiti

allora l’eccedenza o l’importo concorreranno alla formazione di reddito da lavoro dipendente.

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Buoni pasto obbligatori e smartworking

Come per i colleghi che lavorano in presenza, le persone in smart working hanno lo stesso diritto a ricevere i buoni pasto. Ciò è stato stabilito nell’art. 20 della legge n.81 del 22 maggio 2017 e ribadito anche con l’avvento della pandemia nel 2020 che ha costretto molte persone a lavorare da casa.

Obbligo buoni pasto e smart working: non esiste alcun vincolo che obblighi i datori di lavoro ad erogarli lo stesso. Un’azienda potrebbe decidere di erogarli sono nelle giornate effettivamente svolte in ufficio e ciò non risulterebbe essere contro la legge. In ogni caso è sempre bene controllare il proprio CCNL di riferimento o il proprio contratto individuale; in ultima analisi sono questi documenti che legiferano sull’erogazione dei buoni pasto.

Tutto quello che le imprese devono sapere sui buoni pasto

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Come scegliere il migliore fornitore di buoni pasto e risparmiare

I buoni pasto sono una delle soluzioni più scelte dalle aziende per sopperire alla mancanza di una mensa aziendale interna. La tassazione agevolata, la loro convenienza e semplicità di erogazione e utilizzo, li rendono uno strumento a sostegno dei team HR e delle aziende.

In questo articolo parleremo di tutto ciò che le imprese devono sapere se erogano o se vogliono erogare i ticket pasto ai propri dipendenti o collaboratori. In particolare come scegliere il migliore fornitore di buoni pasto.

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Cosa sono i buoni pasto

Il buono pasto è un titolo di pagamento fornito dai datori di lavoro ai propri dipendenti, collaboratori, amministratori e soci per fruire di servizi sostitutivi di mensa. Con un buono pasto è infatti possibile acquistare pasti pronti e generi alimentari.

Attualmente esistono tre versioni di buoni pasto: cartacea (carnet di ticket fisici); elettronica (tessera elettronica con microchip) e digitale (tessera virtuale su app).

L’erogazione di ticket per la pausa pranzo contribuisce alla creazione di un clima aziendale migliore, alla diffusione di benessere e all’incremento di produttività dei team. Per questo motivo, nonostante non siano prettamente considerabili welfare aziendale dal punto di vista fiscale, rientrano nei piani di incentivazione dei dipendenti.
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Buoni pasti vs indennità sostitutiva di mensa

Quando la mensa aziendale è un benefit obbligatorio previsto dai CCNL o da contrattazioni individuali come può fare un datore di lavoro? Si potrebbe pensare di appaltare a terzi il servizio di mensa, in questo caso però bisogna che l’azienda abbia gli spazi e le risorse adeguate. Alternativamente ci sono due soluzioni: erogare un indennità sostitutiva di mensa oppure i buoni pasto. Vediamole nel dettaglio:

  • Indennità sostitutiva di mensa: si tratta di una voce in busta paga, di un indennizzo corrisposto su base giornaliera o mensile che copre al dipendente la mancanza di una mensa interna. Tale importo è totalmente tassato perché assimilabile a reddito da lavoro dipendente.
  • Buoni pasto: si tratta di ticket cartacei, elettronici o digitali erogati ai dipendenti, i quali possono utilizzarli per acquistare pasti pronti, generi alimentari e bevande nei locali convenzionati. Entro delle soglie massime stabilite i ticket pranzo sono totalmente esentasse e deducibili.
Erogare buoni pasti è dunque una soluzione più conveniente sia per le aziende che per i dipendenti. Ecco la normativa fiscale dei buoni pasto e i massimali di esenzione.

Normativa buoni pasto

Come dicevamo, i buoni pasto rappresentano una buona soluzione per erogare un servizio sostitutivo di mensa beneficiando di grandi vantaggi fiscali. L’importo erogato di tali ticket infatti non è considerato reddito da lavoro dipendente.

I buoni pasti sono per le aziende e dipendenti:

  • 100% deducibili;
  • Esenti da tasse IRES, IRAP e IRPEF.

Questo a patto che vengano rispettate le soglie di esenzione decise nella Legge di Bilancio 2020:

  • Buoni cartacei: 4 euro al giorno per dipendente;
  • Buoni elettronici: 8 euro al giorno per dipendente.

A chi spettano i ticket restaurant?

I buoni pasto non sono obbligatori, a meno che non venga specificato da CCNL o contratti individuali. Per cui, il datore di lavoro li eroga su base volontaria e spettano a tutti coloro che hanno un contratto di lavoro subordinato (come dipendenti full time, part time, turnisti, apprendisti ed anche stagisti) o non subordinato (come collaboratori esterni, amministratori o soci).

Ricordiamo che ai dipendenti spetta un buono per ogni giornata lavorativa realmente svolta. Nel calcolo del numero di buoni da erogare non devono essere presi in considerazioni giorni feriali, di ferie, in sciopero, in permesso, in malattia o in cassa integrazione.

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Circuito dei ticket pasto: come funziona

Conoscere il funzionamento e i processi che stanno dietro l’erogazione dei buoni è un requisito fondamentale per tutti coloro che si occupano della gestione del personale in una azienda.

Dal punto di vista pratico, il circuito dei buoni pasto è questo: le aziende o gli enti pubblici decidono di erogare i ticket restaurant per cui scelgono una delle società emettitrici e li ordinano. Una volta processato l’ordine la società emettitrice provvederà a spedire i buoni o la tessera, nel caso della versione cartacea o elettronica, o caricare l’importo nel carnet virtuale, nel caso della versione digitale. A questo punto i buoni arrivano ai dipendenti, soci o amministratori che possono utilizzarli in tutti gli esercenti convenzionati.

Scegliere il migliore fornitore di buoni pasto

Quando un’azienda decide di erogare i buoni pasto, o un professionista decide di acquistarli per il proprio business, la prima scelta da fare è quella del fornitore. Ma su cosa basarsi per scegliere il servizio migliore? Ecco alcuni elementi da tenere in considerazione quando un’azienda deve decidere quale fornitore di buoni pasto scegliere:

  • Spendibilità dei buoni pasto: nonostante non sia di diretto interesse dell’azienda, erogare un servizio funzionale deve comunque rientrare nelle priorità.
  • Facilità di reperimento informazioni: quanto sono affidabili e chiari i canali di comunicazione del fornitore? E possibile trovare informazioni recenti, ad esempio, sui locali convenzionati?
  • Disponibilità per diversi formati: in un primo momento un’azienda potrebbe decidere di erogare ticket cartacei, ma successivamente optare per quelli totalmente digitali. Per questo motivo è importante scegliere un fornitore che eroghi ticket in ogni formato.
  • Buona assistenza clienti: i fornitori migliori sono quelli che hanno una buona assistenza clienti. Quando sorge un problema, il team aziendale deve poter fare riferimento a personale competente.
  • Velocità nelle pratiche gestionali: operazioni come l’inserimento ordini, il tracking delle spedizioni, le procedure di pagamento fatture e le verifiche contabili sono tutti elementi che costano tempo e denaro all’azienda. Scegliere un fornitore che sia preciso e veloce in queste pratiche è fondamentale.
  • Fornitore multi servizio: molto spesso le società che erogano buoni pasto forniscono anche soluzioni per il welfare aziendale come buoni acquisto o buoni benzina. Informarsi sui servizi e prodotti che un fornitore propone oltre ai buoni pasti può risultare utile per l’azienda.

Buoni pasto in smart working: cosa bisogna sapere

Buoni pasto in smart working: cosa bisogna sapere

Che dice la normativa sui buoni pasto in smart working

Lo smartworking è una modalità di lavoro sempre più comune nelle aziende. Dopo che la pandemia lo ha reso obbligatorio per motivi di sicurezza, alcune aziende e alcuni lavoratori si sono resi conto dell’enorme potenziale di questo tipo di organizzazione. Ma una modifica nell’ordine prestabilito ha fatto sorgere anche delle domande che riguardano la conciliazione tra benefit aziendali e telelavoro. Tra le questioni più spinose troviamo se i buoni pasto in smart working possono essere comunque erogati.

In questo articolo, oltre a definire i pro e contro per aziende e dipendenti che usufruiscono dello smart work, vedremo cosa dice la normativa sull’erogazione di benefit come i buoni pasto ai telelavoratori.

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Vantaggi e svantaggi dello smart working per imprese e lavoratori

Per quanto riguarda lo smartworking quasi tutti concordano sui suoi benefici. Sia aziende che dipendenti infatti notano che un migliore life-work balance corrisponde ad una maggiore soddisfazione e un incremento della motivazione e della produttività. Tale vantaggio è sia un asset importante per le imprese che fidelizzeranno i propri dipendenti aumentando l’employee retention e riducendo l’assenteismo, sia per i dipendenti che incrementando le proprie performance aumentano le possibilità di fare carriera.

Ma i vantaggi non si esauriscono qui. Il risparmio di tempo e denaro è notevole. In primo luogo per gli spostamenti casa-lavoro (se ti sei perso l’articolo sulle novità riguardanti il mobility manager e il Piano spostamenti casa lavoro clicca qui).

Nonostante ciò, il lavoratore, se non supportato correttamente dall’azienda, può incorrere in un aggravio invece che avere un minor carico di spese. Questo perché aumentano le bollette per wi-fi, luce, gas, acqua; aumentano le spese per dotarsi degli strumenti lavorativi come pc, monitor, sedie ecc. Ma non solo, molti lavoratori non hanno lo spazio nelle loro case per gestire sia la propria vita lavorativa che quella privata. Questo è un problema consistente che le aziende devono prendere in considerazione soprattutto pensando alle fasce dei lavoratori meno abbienti.

Il telelavoro è dunque una risorsa importante per tutti ma necessita di essere ben gestita dall’azienda che deve adottare una prospettiva inclusiva. Un modo per farlo è l’erogazione dei buoni pasto. Vediamo dunque la normativa che regola i buoni pasto e smart working.

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Buoni pasto smart working: sono compatibili?

Il ticket restaurant, cioè il buono pasto, è una misura a sostegno dei lavoratori. Permette agli stessi di poter acquistare pasti pronti e generi alimentari in tutti i negozi convenzionati tra cui ristoranti, bar, tavole calde, supermercati, ortofrutta e molto altro.

Prima della pandemia, quando lo smartworking non era ancora una prassi per la maggior parte delle aziende, la normativa buoni pasto prevedeva per il lavoratore un buono solo per ogni giorno lavorato. Questo perché i ticket buoni pasto sono un aiuto al work-life balance e quindi possono essere corrisposti solo nei giorni effettivamente lavorati. Ma quindi i buoni pasto durante lo smart working sono erogabili?

L’entrata in vigore del telelavoro da casa ha messo in dubbio la necessità del buono pasto. Questo perché si pensa che il lavoratore da casa abbia tempi organizzativi più liberi. Ciò però non esattamente vero. Infatti lo smart working, nella maggior parte dei casi, prevede che il dipendente segua comunque l’orario lavorativo prestabilito e quindi abbia gli stessi vincoli di quando il lavoro viene svolto in ufficio.

L’Agenzia delle Entrate ha, seguendo questo principio, deliberato (rispondendo all’istanza di interpello n.123/2021) che il buono pasto va erogato anche a chi fa smart work. Questo ovviamente se non esistono altre disposizioni che non lo consentono.

La chiarificazione da parte dell’Agenzia delle Entrate buoni pasto lavoro agile è fondamentale perché in questo modo le aziende hanno una direzione sicura da prendere in materia di benefit. Inoltre così non si è andati incontro al paradosso che vede il lavoratore percepire il buono pasto solo quando è in ufficio e non negli altri giorni. Tale situazione avrebbe disincentivato lo smart working mentre questa soluzione è assolutamente vantaggiosa sia per dipendenti che per le aziende.

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A chi non spetta il buono pasto

Conseguentemente alle disposizioni normative che confermano smart working buoni pasto, vediamo invece che i ticket restaurant non possono essere corrisposti quando non sussiste la giornata lavorativa. In questo senso i lavoratori in ferie, in malattia o che hanno preso un permesso non hanno diritto al buono pasto. A questa lista si aggiungono i lavoratori in aspettativa, in cassa integrazione o che scioperano.

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