Quando conviene scegliere la mensa diffusa e come funziona con i buoni pasto

Quando conviene scegliere la mensa diffusa e come funziona con i buoni pasto

Tutto ciò che devi sapere sul servizio di mensa aziendale diffusa: normativa fiscale, integrazione con i buoni pasti e tutti i vantaggi

La pausa pranzo, da sempre un momento fondamentale nella giornata di un lavoratore, ha subito nel tempo notevoli cambiamenti. Dalla mensa aziendale, che vedeva l’azienda mettere a disposizione un struttura dedicata all’interno della sede, si è passati all’indennità in busta paga fino ai buoni pasto e all’innovativo sistema della mensa diffusa.

Per mensa aziendale considerabile come “diffusa” si intende un sistema che permette all’azienda si erogare ai propri dipendenti un servizio di mensa tramite la convenzione con ristoranti e locali della zona. Attraverso un’app e un badge, o addirittura utilizzando dei buoni pasto specifici, è possibile acquistare dei pasti pronti e dunque usufruire di un servizio simile alla mensa aziendale, ma più conveniente per tutti.

Continua a leggere per saperne di più sulla mensa diffusa, sui buoni pasto e su altri servizi sostitutivi di mensa. Scopri tutta la normativa e qual è il servizio più conveniente per la tua impresa.

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Mensa diffusa: cos’è

La mensa diffusa è una rivisitazione della tradizionale mensa aziendale che si adatta alle necessità dei lavoratori e delle aziende contemporanee. Al posto di avere un luogo unico all’interno della proprietà aziendale, la mensa diffusa è costituita dalla rete di ristoranti, bar, tavole calde ecc, convenzionati. I lavoratori, attraverso l’utilizzo di un badge o di buoni pasto specifici, si recano da questi esercenti per consumare il proprio pasto giornaliero esattamente come se fossero in una mensa aziendale. Il costo finale verrà addebitato con una fattura unica a fine mese all’azienda stessa che potrà controllare e poi pagare i pasti consumati da tutti i propri dipendenti.

Attualmente ci sono vari fornitori sul mercato dei buoni per la mensa diffusa, tra tutti spicca il leader di mercato Edenred con i suoi buoni pasto Ticket Restaurant Canteen.

Come funzionano i buoni per la mensa locale o diffusa

Le aziende scelgono i giorni e gli orari in cui è possibile usufruire del servizio oltre che i menù di un valore predefinito tramite i fornitori del servizio di mensa diffusa e gli esercenti, simile a come avviene per le mense tradizionali. In questo modo i pasti sono accessibili a tutti tramite un card elettronica o dei buoni pasto speciali che permettono di riceverli secondo le modalità previste. Non dover erogare in prima persona il servizio di mensa toglie alle aziende la maggior parte delle responsabilità e delle incombenze e permette ai lavoratori di avere maggiore libertà di scelta

Per essere considerato mensa esclusivamente diffusa, e godere dei relativi sgravi fiscali, il servizio deve:

  • Consentire una sola prestazione giornaliera, non cumulabile e non rimandabile, effettuata durante un effettivo giorno lavorativo;
  • Essere erogato tramite un badge o un buono pasto che non rappresenta un titolo di credito, ma che è utilizzato solo per identificare il diritto alla fruizione del pasto.
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Normativa fiscale della mensa aziendale diffusa

Dal punto di vista fiscale la mensa che consideriamo diffusa è assimilabile alla mensa aziendale interna come esplicitato dalla circolare n. 327/97 del Ministero delle Finanze. Dunque, anche la mensa aziendale diffusa gode di una tassazione di favore e di alcuni sgravi fiscali per quanto riguarda l’IVA e le imposte.

L’importo, qualunque esso sia e che consiste solo esclusivamente dei pasti effettivamente consumati, non rientra nel reddito da lavoro dipendente. Per questo motivo è esente da contributi fiscali e previdenziali. Inoltre viene applicata l’aliquota al 4% che è totalmente detraibile per le aziende.

I vantaggi per aziende, dipendenti ed esercenti della mensa locale

I vantaggi di utilizzare un servizio di buoni pasto per la mensa diffusa sono molti sia per le aziende che per i lavoratori e gli esercenti. Vediamoli nel dettaglio.

Per le aziende:

  • Esentasse e deducibile a prescindere dall’importo;
  • Semplificazione amministrativa e fattura unica mensile;
  • Aliquota al 4%;
  • Miglioramento del benessere della forza lavoro.

Per i lavoratori:

  • Avere a disposizione un pasto al giorno esente da ritenute fiscali e previdenziali;
  • Possibilità di scelta tra vari esercizi commerciali;
  • Aumento della soddisfazione e del benessere.

Per gli esercenti:

  • Aumento della clientela e della visibilità del proprio locale;
  • Controllo degli incassi;
  • Gestione semplificata dei rimborsi.

Mensa per aziende diffusa, buoni pasto e mensa interna: quale conviene di più?

La mensa diffusa è uno dei tanti servizi sostitutivi di mensa che si possono trovare sul mercato. Infatti, oltre alla classica mensa aziendale interna, esistono anche l’indennità sostitutiva di mensa e i buoni pasto. Vediamo le differenze e scopriamo qual è la soluzione più conveniente per le imprese.

Rispetto all’indennità sostitutiva di mensa, che non è equiparabile a dei servizi offerti ed è tassata come reddito da lavoro dipendente, possiamo dire che non è molto conveniente. Nonostante molte imprese la scelgano in sostituzione della mensa interna e molti dipendenti la apprezzino in quanto è un valore aggiunto in busta paga, l’indennità non è fiscalmente la soluzione più favorevole in quanto non è esentasse.

A contrario, a livello normativo tra mensa per dipendenti diffusa e mensa interna non c’è differenza. L’aliquota è al 4% e non ci sono limiti di esenzione. Tuttavia, la mensa aziendale diffusa permette di risparmiare perché non ha costi fissi di organizzazione ed erogazione, è compatibile con lo smart working e garantisce maggiore libertà e flessibilità al dipendente.

Infine rispetto ai buoni pasto. La mensa aziendale diffusa ha il vantaggio di non avere limiti di esenzione, che per i buoni pasto è di 4 euro al giorno per dipendente per i buoni pasto cartacei e di 8 euro al giorno per dipendente per i buoni pasto elettronici. Tuttavia, i buoni pasto sono cumulabili e spendibili anche per fare la spesa.

Far figurare i buoni pasto in busta paga: cosa dice la normativa?

Far figurare i buoni pasto in busta paga: cosa dice la normativa?

Tutte le soluzioni per la pausa pranzo dei dipendenti: dai buoni pasto all’indennità sostitutiva di mensa

Il buono pasto è tra i benefit più diffusi nelle aziende e tra i più desiderati dai lavoratori. Quando le imprese non possono garantire un servizio di mensa interna, allora possono decidere di erogare i buoni pasto o in alternativa un’indennità sostitutiva di mensa. Queste soluzioni, nonostante abbiamo la stessa funzione, non sono equiparabili a livello normativo e fiscale.

Continua a leggere per sapere se conviene più scegliere i ticket restaurant o l’indennità di mensa e se devono figurare i buoni pasto in busta paga.

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Devono figurare i buoni pasto in busta paga?

I buoni pasto sono un benefit aziendale che sostituisce l’erogazione di un servizio di mensa interno e per questo motivo godono di una tassazione di favore. La legge di Bilancio del 2020 ha stabilito i limiti di esenzione, ancora in vigore, per quanto riguarda i buoni pasto elettronici, cartacei e digitali:

  • 8€ per il buono pasto elettronico e digitale.
  • 4€ per il buono pasto cartaceo.

Entro queste soglie i buoni pasto sono totalmente esentasse e non concorrono alla formazione da reddito da lavoro dipendente. Per questo motivo non sussiste la necessità di inserire i buoni pasto in busta paga. In caso però un’azienda eroghi buoni pasto dal valore superiore a quello consentito allora l’eccedenza deve essere inserita in busta paga. L’eccedenza infatti e soggetta a tassazione perché è considerabile reddito da lavoro dipendente.

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Buoni pasto in busta paga e mensa aziendale obbligatori?

La pausa pranzo è un momento nella giornata lavorativa predisposto per la consumazione di uno dei pasti principali. Ne hanno diritto tutti i lavoratori il cui orario di lavoro supera le 6 ore giornaliere. La disciplina della pausa pranzo prevede anche l’obbligatorietà per le aziende di adibire uno spazio a refettorio, cioè una stanza predisposta appositamente per il consumo di cibi e bevande.

Al contrario, fornire un servizio di mensa aziendale non è obbligatorio, cioè i datori di lavoro non sono vincolati a fornire alcuna prestazione di ristoro erogata dall’impresa stessa o anche da terzi. Ciò vale anche per i servizi sostitutivi di mensa. Soluzioni come l’indennità sostitutiva di mensa o i buoni pasto in busta paga sono, a meno che non sia specificato nel CCNL di riferimento, completamente volontari e il datore di lavoro non è obbligato a fornirli.

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Buoni pasto e indennità di mensa: quali sono le differenze?

Accennavamo a due delle soluzioni più comuni per quanto riguarda la sostituzione del servizio di mensa: i buoni pasto e l’indennità in busta paga. Ma quali sono le differenze tra i buoni pasto e l’indennità sostitutiva di mensa? Quale conviene di più per l’azienda? Scopriamolo.

Indennità sostitutiva di mensa: è una somma di denaro che viene erogata dall’azienda ai dipendenti e figura direttamente in busta paga. L’importo è regolarmente tassato ai fini fiscali e previdenziali in quanto riconosciuto come reddito da lavoro dipendente. Esiste un’eccezione stabilita dall’Agenzia delle Entrate che ha dichiarato che ad essere escluse dal calcolo del reddito imponibile ci sono tutte quelle somme erogate come servizio sostitutivo corrisposte agli addetti ai cantieri edili e ad altre strutture lavorative temporanee ubicate in zone isolate. In questo caso l’esenzione giornaliera è di 5,29€.

Buoni pasto aziendali: i ticket restaurant sono dei voucher dal valore prestabilito che vengono erogati ai dipendenti per l’acquisto di bevande, pasti pronti e generi alimentari. Questa prestazione non rientra nel calcolo del reddito da lavoro dipendente (entro 8€ per i buoni elettronici e digitali, entro 4€ per i buoni cartacei) e perciò non va inserita in busta paga e non è tassata ai fini fiscali o previdenziali.

Buoni pasto normativa, deducibilità e massimali di esenzione per aziende e dipendenti

Il buono pasto è dunque una soluzione estremamente più vantaggiosa per le aziende e per i dipendenti. Non solo perché è esentasse ma anche perché per le aziende i buoni pasto sono:

  • 100% deducibili;
  • IVA al 4%.
Ricordiamo che i buoni pasto possono anche essere utilizzati da liberi professionisti e ditte individuali. In questo caso la deducibilità resta al 100%, ma l’IVA è al 10%.

Dove e cosa si può acquistare con i buoni pasto

Dove e cosa si può acquistare con i buoni pasto

Quali prodotti si possono comprare con i ticket restaurant al supermercato o al bar?

Quando le aziende non hanno una mensa interna possono decidere si erogare un’indennità sostitutiva di mensa oppure i buoni pasto. Nonostante queste due misure abbiano lo stesso scopo, i buoni pasti sono esentasse e 100% deducibili al contrario dell’indennità in busta paga.

Per questi motivi sono la soluzione più conveniente per le aziende e tra i benefit più desiderati dai lavoratori dipendenti.

Ma cosa si può acquistare con un buono pasto? Dove sono accettati? Quanti se ne possono usare contemporaneamente? Queste sono solo alcune delle domande a cui risponderemo nei prossimi paragrafi. Continua a leggere per saperne di più.

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Buoni pasto: una panoramica

I buoni spesa sono dei titoli di acquisto che le aziende erogano ai propri dipendenti (o che i liberi professionisti e le ditte individuali prendono per se stessi). Possono essere cartacei, elettronici o digitali e possono essere utilizzati per pasti pronti o generi alimentari. I ticket pasti:

  • Sono incedibili: non possono essere regalati o venduti a terzi.
  • Sono cumulativi: possono essere utilizzati, nella stessa transazione, 8 buoni.
  • Non sono convertibili in denaro.
  • Non danno diritto al resto: se l’importo dei prodotti acquistati è minore del buono mensa stesso non si avrà il resto.
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Buoni pasto dove spenderli per fare la spesa

I buoni pasti possono essere utilizzati in tutti gli esercizi convenzionati in cui vengono somministrati generi alimentari tra cui: bar, ristoranti, tavole calde, mense, alimentari, ittiturismi, macellerie, agriturismi, rosticcerie, gastronomie, pasticcierie, chioschi, spacci alimentari, imprese agricole e molto altro.

Tuttavia, non tutti gli esercenti accetto i buoni pasto come titolo di pagamento. Ogni società che emette i propri buoni ha una rete di esercenti convenzionati specifica. Per controllare dove sono accettati i buoni pasto in proprio possesso è necessario chiedere direttamente alla società emettitrice oppure al negozio dove si vogliono spendere. Solitamente all’ingresso del locale sono presenti degli adesivi che indicano il tipo di buono pranzo accettato.

I ticket pranzo cartacei, essendo dei voucher, possono essere staccati dal carnet e presentati direttamente in cassa, mentre i buoni pasto elettronici, per essere validati, devono per forza essere passati in un POS unico specifico per ogni ticket fornito dalla stessa società emettitrice.

Spendere buoni pasto online

La spesa online e il food delivery sono delle pratiche sempre più diffuse tra le persone e per questo in tanti si chiedono se è possibile spendere i propri buoni pasto online.

Come per gli acquisti nei negozi fisici, ogni catena ed esercente ha la propria policy in materia di ticket buoni pasto. Tendenzialmente se il negozio è solo online allora permetterà il loro utilizzo, ma se il negozio ha anche punti vendita fisici allora probabilmente non li accetterà come metodo di pagamento.

Per quanto riguarda le app di food delivery come Just Eat, Deliveroo, Foodora o Glovo, bisogna precisare che solo Just Eat permette il pagamento con i ticket aziendali. Questo perché Just Eat è una piattaforma che si occupa solamente di mettere in contatto cliente e ristorante; il pagamento e la consegna sono a carico del ristorante stesso e perciò possono accettare i buoni come pagamento. Delivero, Glovo e Foodora invece sono veri e propri servizi di delivery e quindi non sono abilitati ad accettare i buoni mensa.

Buoni pasto cosa posso comprare

I buoni pasto, i voucher che le aziende erogano ai dipendenti come benefit, non sono la stessa cosa dei buoni spesa. Al contrario dei buoni spesa, che permettono di acquistare qualunque tipo di prodotto, i buoni pasto permettono l’acquisto solamente di generi alimentari, pasti pronti e bevande.

Prodotti acquistabili: pane, frutta, verdura, pasta, pesce, carne, legumi, bibite, uova, latticini, formaggi, snack, pasti congelati, pasti pronti, prodotti di gastronomia, acqua e altri generi alimentari.

Prodotti non acquistabili: bevande alcoliche, prodotti per la casa, utensili, detersivi, dolciumi e tutti ciò che non rientra nei generi alimentari.

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Buoni pasto normativa fiscale 2022

Come è cambiata la normativa fiscale per i ticket restaurant nel 2022? In breve, non è cambiata. I ticket restaurant, come gli altri anni, sono assimilabili ad un servizio sostitutivo di mensa. Al contrario dell’indennità di mensa però, i buoni pasto sono deducibili al fine delle imposte IRPEF, IRES e IRAP.

I massimali di esenzione sono rimasti gli stessi:

  • 4€ al giorno per lavoratore in caso di buoni cartacei;
  • 8€ al giorno per lavoratore in caso di buoni elettronici e digitali.
Anche per quanto riguarda le norme di deducibilità per aziende, liberi professionisti e ditte individuali è rimasto tutto uguale:

Spendere buoni pasto online spesa e delivery: come fare

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Come spendere i buoni pasto online per fare la spesa o per acquistare sulle app di food delivery

I buoni pasto sono utilizzati da ben 2.6 milioni di lavoratori e sono il benefit più richiesto e apprezzato. Anche per le aziende erogare i buoni pasto è un vantaggio visto che sono una soluzione defiscalizzata e dunque più economici di un’indennità sostitutiva di mensa corrisposta in busta paga. Ma per chi li riceve come funzionano? Cosa si può acquistare e soprattutto si possono spendere buoni pasto online?

Continua a leggere per sapere se si possono spendere buoni pasto online per acquistare la spesa online o sui principali siti di food delivery.

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Buoni pasto come funzionano

I buoni pasto sono un benefit corrisposto ai dipendenti tramite dei voucher dal valore prestabilito ed esistono in tre formati: cartaceo, elettronico e digitale. Sono un servizio sostitutivo di mensa con cui i dipendenti possono acquistare generi alimentari e pasti pronti. Tali voucher sono perfetti per le proprie iniziative di welfare perché aiutano a riequilibrare il life work balance dei dipendenti.
Inoltre, il buono pasto ha notevoli vantaggi fiscali. Entro certi limiti (4€ per i buoni pasto cartacei; 8€ per i buoni pasto elettronici e digitali) sono 100% deducibili e con l’IVA al 4%. Per la normativa fiscale completa e per sapere come funzionano per ditte individuali e possessori di P.IVA clicca qui.

Buoni pasto cosa posso comprare

Con i ticket pranzo si possono comprare solo alimenti, bevande, pasti pronti e generi alimentari. Dato che il buono pasto è uno strumento a sostegno della pausa pranzo dei lavoratori non possono essere utilizzati per l’acquisto di prodotti di altro genere. Ad esempio sono esclusi bevande alcoliche, detersivi, detergenti e anche prodotti per animali.

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Si possono spendere buoni pasto online?

Una domanda frequente tra i lavoratori è se si possono spendere buoni pasto online. La risposta non è così semplice. Se un negozio o un supermercato vendono solamente online e non hanno negozi fisici allora tendenzialmente lo permetterà.

Se invece il negozio ha anche sedi fisiche bisogna, prima di acquistare qualcosa online, verificare se quel particolare permette l’utilizzo dei buoni pasto sul sito.

Spendere buoni pasto online: dove li accettano?

Molte persone oggi acquistano su internet quotidianamente e chi riceve i buoni pasto si chiede se può usare buoni pasto online. Vediamo dunque se i buoni pasti possono essere utilizzati per pagare la spesa online e nelle app di food delivery.

Spesa online con i buoni pasto

Pagare la spesa con buoni pasto è estremamente conveniente, ma cosa succede se la spesa la si fa online? Se il negozio da cui si acquista è solo predisposto per la spesa online allora ci sono buone possibilità che questo accetti i buoni pasto come forma di pagamento, se invece si sta acquistando da negozi o da supermercati presenti anche nel territorio con store fisici la questione si complica. Molte catene infatti non considerano il ticket pasto come un valido pagamento online.

Dunque, ogni volta bisogna che il lavoratore controlli accuratamente i metodi di pagamento accettati. Nonostante i buoni pasto elettronici e cartacei siano di largo uso, ancora molti negozi non si sono adeguati. Da notare anche potrebbero esserci problemi nei supermercati che permettono la prenotazione della spesa online ma il ritiro nel punto vendita.

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Buoni pasto per acquistare sulle app di food delivery

E per le app di food delivery? Si possono spendere buoni pasto online per comprare pasti pronti sulle maggiori app di food delivery come Glovo, Just Eat, Foodora o Delivero?

In questo caso il discorso è un po’ più semplice: solo Just Eat di pagare online con i buoni pasto. Quasi tutte le altre piattaforme come Deliveroo, Glovo o Foodora non permettono di utilizzare i buoni mensa come pagamento. La differenza tra Just Eat e gli altri è che questo è un sito che mette solo in comunicazione clienti e ristoranti. Il ristorante stesso riceve l’ordine, si occupa della consegna e del pagamento; per tale motivo può decidere se accettare i buoni pasto o no. Delivero, Glovo e Foodora invece sono dei servizi di delivery di cui i ristoranti si avvalgono per le loro consegne. Da qui il fatto che non possono accettare i pagamenti con i buoni pasto.

Pro e contro dei buoni pasto per i negozianti convenzionati

Pro e contro dei buoni pasto per i negozianti convenzionati

Buoni pasto: tutto quello che commercianti e ristoratori devono sapere

I buoni pasto sono dei ticket dal valore predeterminato dall’azienda che li eroga ai propri dipendenti quando non è presente un servizio di mensa interna. Possono essere utilizzati per l’acquisto di generi alimentari in tutti i negozi convenzionati sia bar, ristoranti che supermercati.

I ticket esistono sia in forma cartacea che elettronica; inoltre ad oggi esistono anche i buoni pasto digitali. A parte la modalità di utilizzo è importante ricordare che queste tre forme hanno massimali di esenzione diversi, per cui è bene prestare attenzione alla tipologia scelta. Ricordiamo inoltre che i buoni hanno una scadenza e il lavoratore è tenuto ad utilizzarli in tempo altrimenti non saranno più accettati dai commercianti. Esiste però una procedura per il rimborso dei buoni scaduti.

Ma dal lato degli esercenti cosa comporta accettare i buoni pasto come pagamento? Continua a leggere sapere come funziona l’incasso, la gestione e la fatturazione dei ticket restaurant.

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Buoni pasto come funzionano

I buoni per la pausa pranzo sono utilizzati da ben 2,6 milioni di italiani e sono tra i benefit aziendali più apprezzati. L’ordinazione e la distribuzione dei buoni pasto è un processo che coinvolge quattro soggetti principali:

  • I fornitori che emettono i buoni;
  • Le aziende e i possessori di P.IVA che li acquistano;
  • I lavoratori e i collaboratori che li ricevono;
  • Gli esercizi commerciali che li accettano.

Ticket Restaurant per gli esercenti

Dunque l’azienda che vuole, o è obbligata dai CCNL, a erogare i ticket restaurant prima li ordina dalla società emettitrice e poi li eroga alla propria forza lavoro. Solo a questo punto entrano in gioco anche i commercianti che, convenzionandosi, possono accettare il buono pasto come forma di pagamento. Con i ticket infatti si possono acquistare solo generi alimentari e i negozianti possono erogare solo alcune tipologie di servizi tra cui:

  • Somministrazione di pasti pronti e bevande;
  • Vendita al dettaglio di generi alimentari;
  • Vendita e consumo sul posto di prodotti agricoli, ittici e a base di carne.

Se il dipendente compra anche altre tipologie di prodotti come ad esempio quelli per l’igiene personale o detersivi, questi non saranno pagabili con i buoni pasto ma dovranno essere acquistati a parte.

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Svantaggi e vantaggi buoni pasti elettronici per i negozianti

Gli esercenti che vogliono entrare a far parte del circuito buoni pasto devono prima di tutto convenzionarsi con le varie società che erogano buoni pasto. In questo modo potranno accettare i buoni di quelle particolari marche e incassarli successivamente secondo le modalità previste dal contratto firmato. I negozianti possono scegliere se accettare solo i buoni elettronici o digitali, solo quelli cartacei o tutte le versioni. Ad oggi però i buoni elettronici sono i più vantaggiosi sia per le aziende che per i negozianti.

I vantaggi degli esercizi commerciali che si convenzionano e che accettano i buoni spesa elettronici sono i seguenti:

  • Gestione della contabilizzazione più rapida e ricezione dei pagamenti più veloce;
  • Riduzione del rischio di furto o di smarrimento dei ticket;
  • Controllo sugli incassi facile e veloce;
  • Aumento della clientela e della loro fidelizzazione.

Gli svantaggi per i commercianti che accettano i buoni pasto elettronici:

  • Commissioni di incasso più alte rispetto a quelle per i buoni cartacei;
  • Non è possibile utilizzare un pos unico buoni pasto per l’accettazione di tutti i ticket delle varie società.

Gestione e fatturazione ticket pasto: come funziona per i commercianti

Una volta convenzionati con le società emittrici i negozianti possono iniziare a ritirare i buoni pasto come metodo di pagamento. La gestione e la fatturazione dei ticket avvengono in modo diverso a seconda della tipologia di buono che si accetta.

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Buoni pasto esercenti: come incassare i ticket cartacei, elettronici o digitali

Per i buoni pasto cartacei vige la regola della conservazione dei ticket fino a fine settimana o mese. Tali ticket pranzo andranno poi spediti, assieme alla fattura pari al valore dei buoni prestando attenzione ad inserire anche l’VA. Sarà poi la stessa società ad occuparsi della convalidazione e del rimborso.

Per i buoni pasto elettronici (o digitali) la validazione avviene al momento stesso del pagamento attraverso il pos per ticket elettronici. In questo caso dunque l’esercente si dovrà solo occupare di inviare la fattura a fine mese o a fine settimana per il rimborso.

Commissioni esercenti buoni pasto

Le commissioni sull’incasso dei buoni pasti esistono. L’importo della commissione buoni pasto è variabile e dipende dal tipo di contratto stipulato tra l’esercente in questione e la società emettitrice con cui sta cercando di affiliarsi.