Lavoratori part-time, smart-working, stage, p.iva: buoni pasto normativa a chi spettano?
I buoni pasto sono dei voucher defiscalizzati che le aziende erogano e che i liberi professionisti acquisto per la pausa pranzo. I ticket restaurant sono uno strumento che aiuta concretamente i datori di lavoro, i lavoratori e i possessori di partita iva a risparmiare ma comunque fare una pausa pranzo soddisfacente e salutare. Ma i buoni pasto a chi spettano? Questa domanda ha spesso risposte confusionarie e i datori di lavoro, ma spesso anche i possessori di p.iva, possono non sapere a chi possono erogarli o se loro stessi ne hanno diritto.
In questo articolo riassumeremo la normativa che regola i buoni pasto e risponderemo alle domande più comuni. Per un approfondimento sulla normativa leggi “Detrazioni Buoni Pasto: tutta la normativa”.
Continua a leggere per sapere i buoni pasto a chi spettano e tutti i vantaggi fiscali.
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Buoni pasto a chi spettano?
In linea generale, i buoni pasto spettano a tutti coloro che intrattengono un rapporto di collaborazione con uno specifico datore di lavoro o con dei clienti. In poche parole quindi tutti i lavoratori subordinati (a tempo determinato, indeterminato, full time ed anche part time, turnisti ecc) e tutti i lavoratori non subordinati (come collaboratori esterni).
Per l’azienda i vincoli sono:
- La presenza di un contratto
- Dare i buoni pasto a categorie omogenee di lavoratori o in alternativa a tutti quanti.
Da queste categorie che ne hanno diritto possiamo dunque estrapolare chi invece non ne ha diritto:
- La forza lavoro in cassa integrazione;
- I lavoratori assenti dal luogo di lavoro per una giornata intera;
- I subordinati in sciopero;
- I dipendenti in ferie o in malattia.
Casi particolari nella normativa buoni pasto
Rendiamo conto ora di una serie di casi particolari:
- Buoni pasto e lavoratori part time
- Buoni pasto e smart working
- Buoni pasto e partita iva
- Buoni pasto e tirocini/stage
Tra le eccezioni appena elencate, troviamo i lavoratori con un contratto part time. Se è vero che questa tipologia di dipendenti può ricevere i buoni pasto, è anche vero che ci sono delle regole da rispettare e dei cavilli da menzionare.
Secondo la normativa vigente infatti i lavoratori in part time hanno diritto ai buoni pasto solo se il loro orario di lavoro comprende le pause concomitanti ai pasti principali oppure se la distanza casa-lavoro è così ampia che non permette al dipendente di rincasare in tempo per i pasti principali.
Smart work e buoni pasto
L’Agenzia delle Entrate ha stabilito che, se non ci sono altre limitazioni all’erogazione di buoni pasto, questi possano essere erogati indipendentemente dalle modalità della prestazione lavorativa. Quindi anche i dipendenti in smart working possono ricevere i ticket restaurant per la loro spesa o per l’acquisto di pasti pronti da consumare in casa.
Con la pandemia che tutt’oggi modifica le vite di tutti e soprattutto dei lavoratori, assicurare i buoni pasto alla propria forza lavoro è un impegno morale che i datori di lavoro dovrebbero assumersi.
Ditte individuali e Partita IVA buoni pasto: la normativa 2021
I ticket restaurant non sono disponibili solo per aziende, infatti anche i possessori di Partita IVA e anche le Ditte Individuali hanno la possibilità di richiedere i buoni pasto.
Anche per queste categorie ci sono dei vantaggi fiscali notevoli. Il 75% dei costi per alimenti, spesa e pasti pronti può essere detratto con l’IVA al 10% e per un massimo del 2% del fatturato.
Inoltre, a seconda della società emittrice di buoni pasto, il libero professionista e il titolare della Ditta Individuale saranno messi in grado di decidere il loro valore e il numero dei buoni pasto comprati.
Altri vantaggi dei buoni pasto elettronici per liberi professionisti e ditte individuali:
- Ottimizzazione della gestione amministrativa
- Fattura unica
- Semplicità nell’uso
- Flessibilità nella scelta
Per quanto riguarda le Partite IVA e la loro possibilità di comprare i buoni pasto con gli sgravi fiscali di cui parlavamo sopra, bisogna stare attenti al tipo di regime in cui si è.
Buoni Pasto Elettronici e Partita IVA in regime forfettario
I liberi professionisti che sono in regime forfettario non hanno diritto agli sgravi fiscali sui buoni pasto. Secondo la normativa vigente infatti le partite iva in regime forfettario non possono scaricare i costi aziendali.
Buoni Pasto Elettronici e Partita IVA in regime ordinario
I Buoni Pasto Elettronici invece sono disponibili con le agevolazioni fiscali per i possessori di P.IVA con regime ordinario. L’IVA al 10% è detraibile e si può dedurre il 75% delle spese per gli alimenti e per i pasti pronti fino ad un massimo del 2% del fatturato.
Buoni pasto stage e apprendistato: i buoni pasto spettano anche agli stagisti?
I Buoni pasto sono defiscalizzati per azienda e lavoratori quando esiste un contratto. Per quanto riguarda stage e tirocini, pur non essendo un rapporto di lavoro subordinato, esistono dei contratti stabiliti su progetti formativi.
I buoni pasto quindi sono defiscalizzati anche per i lavoratori con contratti di stage o apprendistato.
Anzi, molte aziende decidono di erogare buoni pasto ai propri stagisti per rendere più sostenibili questi tipi di contratti di formazione in azienda. I benefit per la pausa pranzo sono molto ambiti dai più giovani e risultano quindi per le aziende un’ottima strategia di employee retention (leggi “7 strategie vincenti per aumentare l’Employee Retention”) e di talent acquisition.